La reazione delle opposizioni, colpevoli secondo il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi di aver portato al fallimento del disegno di legge sulla Buona Scuola nei tempi giusti per procedere all'assunzione dei 100 mila docenti precari, non si è fatta attendere. E' Michela Montevecchi del Movimento 5 Stelle a "smontare le bugie che Renzi sta diffondendo da ieri sera tramite televisioni e giornali".
Nell'intervento che la Montevecchi ha tenuto in Senato oggi, 17 giugno 2015, l'analisi contro il Premier è dura e spietata. Ad iniziare dal salottino televisivo di Bruno Vespa, scelta da Renzi per spiegare agli italiani il fallimento dell'approvazione della riforma della Scuola.
"Come gli altri partiti dell'opposizione, anche i Cinquestelle ricacciano al mittente le accuse illegittime fatte da Renzi - attacca la senatrice - Accuse mosse, tra l'altro, in un luogo non appropriato. Il Premier dovrebbe avere ben in mente che sono altri i luoghi dove discutere un disegno di legge rilevante come quello relativo alla scuola".
Ddl Buona scuola, il M5S è per lo spacchettamento provvedimento: assunzioni subito per decreto
Il M5S respinge anche l'accusa di aver usato lo strumento degli emendamenti per creare ostruzionismo politico: "Gli emendamenti sono arrivati ad essere tremila a seguito del fatto che proprio la relatrice del Partito democratico, la senatrice Puglisi, ha presentato modifiche su quattro articoli del Ddl Buona scuola - afferma la Montevecchi - Di conseguenza, le opposizioni hanno dovuto presentare, a loro volta, ulteriori emendamenti.
Non si può ostruire la discussione presentando emendamenti e non dando la possibilità, poi, alle opposizioni di discutere sugli stessi. In totale i Cinquestelle hanno presentato settecento emendamenti, tutti circoscritti al merito del testo: ciò non significa fare ostruzionismo per una riforma che comprende 25 articoli, tutti estremamente articolati".
Ma è sulla mancata adozione del decreto per le assunzioni che le senatrice punta l'indice contro il Premier: "E' dall'uscita con pesante ritardo del testo dal Consiglio dei ministri (il 12 marzo scorso, n.d.r.) che soprattutto il M5S ha chiesto la divisione delle assunzioni dal restante della riforma. Avremmo voluto riflettere con calma per non deludere le aspettative dei precari che lo stesso Renzi fece a settembre 2014 a mo' di slogan politici.
Oggi possiamo dire che è lo stesso Capo del Governo a non mantenere le promesse a maggior ragione che lo stesso Renzi sapeva benissimo che le assunzioni erano il punto più consistente ed il cavallo di battaglia per far passare tutto il rimanente del Ddl. Ma oggi diciamo anche che tutto il testo è intollerabile: la scuola italiana, dopo questa riforma, sarà aziendalista e d'élite, una scuola che non ha più nulla di pubblico e di democratico. Le consultazioni online dello scorso anno, al pari delle audizioni al Senato ed alla Camera, sono state una presa in giro di Renzi che adesso, nella situazione di complessità in cui si trova il provvedimento, annuncia una nuova conferenza nazionale per luglio.
E cosa ha fatto fino a questo momento il Premier anziché ascoltare i lavoratori che potrebbero insegnargli il mondo della scuola? Giocava ancora alla Playstation?"
In ultimo, la senatrice traccia la strada per uscire dall'impasse parlamentare: "Se si vuole davvero discutere sul testo della riforma scolastica, si permetta a questo Parlamento di lavorare seriamente".