Il comitato Opzione donna, coordinato da Dianella Maroni, continua la sua attività al fine di poter tutelare tutte le donne lavoratrici che vogliono aderire al pensionamento anticipato. Nel frattempo, continuano le discussioni presso la Camera dei Deputati per cercare di risolvere la problematica in questione. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, evidenzia che 'il ministro Poletti ha dichiarato che le risorse economiche accantonate nel Fondo apposito saranno utilizzate per altri nuovi interventi'.
L'Inps, nel 2012, ha emanato due circolari che hanno, di fatto, congelato i diritti delle donne lavoratrici
Tutte le lavoratrici coinvolte con l'Opzione donna vogliono che vengano riconosciuti i loro diritti attraverso un provvedimento che l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha di fatto 'congelato' con due circolari approvate nel 2012. Per chi non ne fosse a conoscenza, ricordiamo che il regime sperimentale Opzione donna da la possibilità alle lavoratrici di andare in pensione al raggiungimento di 57 anni di età (58 anni per le autonome) e 35 anni di contribuzione con l'assegno pensionistico calcolato con il meno conveniente metodo contributivo.
Le donne interessate hanno organizzato una class action ed hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio
Questo blocco deciso dall'Inps ha 'fatto arrabbiare' molte donne interessate, le quali hanno deciso di organizzare una class action e fare ricorso presso il Tar del Lazio. La prima sentenza è prevista addirittura per il 6 ottobre, anche se ci sono buone possibilità che il governo Renzi possa risolvere la questione prima di questa data, proprio in considerazione del fatto che le risorse sembrano esserci.
Da evidenziare anche una proposta di legge presentata dal M5S che chiede la proroga del regime sperimentale al 31 dicembre 2018. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, quando il governo Renzi affronterà la questione allo scopo di trovare una soluzione all'Opzione donna con il metodo contributivo.