Il Cdm tenutosi ieri con susseguente conferenza stampa retta dal premier Matteo Renzi potrebbe aver scritto una pagina importantissima nel proseguo della riforma della previdenza. Al di là di quanto stabilito a proposito dei rimborsi post sentenza della Consulta, a tenere banco sono in particolare le dichiarazioni con le quali il premier ha fissato i paletti cardine delle future manovre. Maggiore flessibilità con annesse modifiche alla Legge Fornero e uscite anticipate 'condite' da assegni più ridotti i due punti chiavi evidenziati dall'ex rottamatore, che in questo modo ha fortificato ancor di più il percorso compiuto dalle aderenti al Comitato Opzione Donna, che da mesi lottano per vedersi riconosciuto, anche per questo 2015, il diritto di uscire dall'impiego a 57 o 58 anni di età ricevendo una pensione calcolata interamente col contributivo.

E mentre arrivava l'illustre attestato di stima nelle Aule di Palazzo Chigi si stava discutendo della nuova legge sulla class action che a breve dovrebbe vedere la luce. Una prima bozza è stata già approvata in Commissione Giustizia, adesso il testo è al vaglio dell'Aula e potrebbe subire ulteriori variazioni. Cercheremo di analizzarne i punti chiave anche alla luce della class action mossa contro l'Inps dal Comitato di categoria: a proposito, il TAR del Lazio ha fissato la data dell'udienza, una decisione che l'Avv. Andrea Maestri ha voluto commentare con grande fermezza.



Novità e aggiornamenti Cdm Renzi e Opzione donna, via alla nuova legge sulla class action: l'Avv. Maestri ci parla della data dell'udienza al TAR

Il Cdm retto da Renzi ha dunque legittimato la strada che le lavoratrici interessate ad opzione donna stanno solcando ormai da mesi. Sullo sfondo però si sta compiendo un importante passo normativo con la nuova legge sulla class action che presto entrerà a far parte del codice di procedura civile. Come riportato anche da Il Fatto Quotidiano, la novità più importante interessa gli effetti della sentenza, con i relativi benefici che saranno circoscritti solo a chi ha aderito all'azione giudiziaria. Niente paura comunque, il testo non fa esplicito riferimento alle azioni mosse contro la PA. Ai fini della class action che il Comitato di categoria sta portando avanti contro l'INPS rileva però un passaggio nel quale viene stabilito che il giudice dovrà verificare se la domanda presentatagli sia ammissibile o meno sulla base di una serie di fattori tra i quali rientra anche 'un'adeguata rappresentatività degli interessi fatti valere in giudizio'. Un motivo in più insomma per aderire all'iter condotto dal comitato di Dianella Maroni contro l'INPS: ad oggi siamo a circa 500 aderenti ma c'è tempo fino al 30 giugno per fare la propria parte e sottoscrivere la domanda d'adesione.



Restando sempre all'opzione donna, tiene ancora banco la decisione del TAR del Lazio, che ha fissato la data dell'udienza. Si andrà in aula il 6 ottobre prossimo. 'Il termine per la fissazione dell'udienza non è perentorio ma ordinatorio quindi la data del 6 ottobre ci sta' ha commentato l'Avvocato Andrea Maestri che sta curando l'iter giudiziale per conto del Comitato di riferimento. 'La data per noi va benissimo perché consente una decisione politica/amministrativa in questi mesi se il governo ne avrà la volontà e consente a noi di raccogliere altre adesioni e quindi di presentarci numericamente più forti davanti al colosso INPS/Ministero'. L'ente previdenziale non ha ancora presentato la propria memoria difensiva, quando lo farà Maestri si occuperà di analizzarla e valutarla. 'Forza, pazienza e coraggio ci guidino di qui alla fine della nostra singolar tenzone' conclude l'amministrativista del foro di Ravenna, il cui spirito sembra incarnare alla perfezione quello delle donne che a lui si sono rivolte per vincere la propria battaglia.