"La class action è ancora aperta e chi vuole può aderire entro il 30 giugno seguendo le istruzioni. Si può contattare il Comitato Inps regionale o provinciale della propria zona e chiedere un ordine del giorno a nostro favore" spiega Dianella Maroni, all'interno della bacheca del Comitato opzione donna su Facebook, spiegando che "il momento è topico per l'occasione di ripristinare la giustizia". Il riferimento è ovviamente alla possibilità di ottenere la quiescenza anticipata a 57 anni di età (58 se si fa riferimento alle lavoratrici autonome) e con 35 anni di versamenti presso l'Inps, seppure accettando di vedersi ricalcolare con il metodo contributivo l'importo del proprio assegno.

Una decisione che proprio per la penalità risulta tutt'altro che semplice, ma che rappresenta comunque una prerogativa di diritto opzionabile dalle lavoratrici con i criteri appena evidenziati.

Opzione donna e pensione anticipata: prosegue situazione di stallo, la decisione amministrativa potrebbe lasciare il passo a quella giudiziaria

Stante la situazione appena descritta, purtroppo il meccanismo risulta ancora inceppato a seguito di alcune circolari risalenti allo scorso anno, con le quali il nostro istituto di previdenza considerava conclusa questa possibilità di prepensionamento. Le lavoratrici hanno pertanto deciso di aprire una class action presso il Tribunale del Tar laziale, attraverso la quale cercheranno di far valere il proprio diritto ad ottenere l'uscita anticipata dal lavoro.

Il ricorso collettivo è stato già firmato da più di 500 ricorrenti, mentre così come indicato all'inizio dell'articolo resterà comunque possibile aderire fino  alla fine di giugno. Entro la prima parte dell'estate i giudici dovranno comunque dare un primo riscontro legale alla vicenda, anche se le lavoratrici sperano che la questione possa risolversi prima per via amministrativa.

Questo perché il problema del mancato pensionamento di chi ha già raggiunto i requisiti dell'opzione donna è presente sui tavoli di Inps e Governo ormai da diversi mesi.

Uscita anticipata e dati Inps: fino ad ora si registrano più di 27.000 pensionamenti

Per quanto concerne i dati sull'opzione donna, fino ad oggi ci sarebbero più di ventisettemila casi di lavoratrici che hanno ottenuto la quiescenza anticipata attraverso il ricalcolo contributivo della propria pensione, così come previsto dalla legge numero 243 risalente al 2004.

Sempre secondo le ultime statistiche, la decurtazione media che hanno dovuto accettare le neo pensionate si aggira attorno al 25 - 30% dell'importo complessivo. Come da nostra abitudine, restiamo a disposizione nel caso desideriate aggiungere un commento a questo articolo, mentre per ricevere i prossimi aggiornamenti relativi al campo delle pensioni vi ricordiamo di usare il comodo tasto "segui" che trovate in alto, sopra al titolo dell'articolo.