"Abbiamo elaborato un documento inviato all'attenzione del Primo ministro con una riflessione che include pensioni e sanità. Di fronte ad un Paese che non cresce, vedo sempre più vicino quello scenario di cui mi aveva parlato un ex Presidente dell'Inps, e cioè che o cresciamo del 2% all'anno o rischiamo il default dell'Inps stessa". Sono le parole pronunciate dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi durante un'assemblea tenutasi recentemente a Monza per Federchimica. Le dichiarazioni sono state riportate dal Sole 24 ore e riguardano l'annosa quanto delicata questione della riforma del sistema previdenziale.

La discussione politica sul tema si sta facendo sempre più accesa, anche perché riguarda una platea potenziale di milioni di lavoratori. In gioco non vi è solo la questione dei pensionamenti anticipati, ma anche la ridefinizione del welfare di sostegno per i lavoratori ultra cinquantenni. Ma tra le problematiche da risolvere vi è anche quella di chi deve trovare il primo impiego e non riesce ad inserirsi a causa del blocco verificatosi nel turn over, tanto che la disoccupazione giovanile in Italia ha ormai superato la soglia del 40%.

Riforma della previdenza, Squinzi chiama al confronto per le pensioni anticipate ed il ricambio generazionale

Stante la situazione, il Presidente di Confindustria ha detto si sperare in un prossimo confronto tra tutti i soggetti interessati dalla riforma del welfare e della previdenza, richiamando in particolare alla mediazione con le parti sociali.

I sindacati si trovano infatti a giocare in queste settimane un importante ruolo di mediazione con il Governo, una sottolineatura che con grande probabilità fa riferimento al tavolo di discussione apertosi lo scorso 15 giugno con il Ministro del lavoro Giuliano Poletti. Nelle intenzioni degli industriali, il nuovo modello di welfare sociale su pensioni e lavoro deve essere "sostenibile, equo e solidale".

Ma al centro delle discussioni vi deve essere anche un rinnovamento in relazione alle modalità di funzionamento degli ammortizzatori sociali, oltre che riguardo a questioni come le attività formative o le politiche di sviluppo del lavoro.

E voi, cosa pensate delle ultime dichiarazioni rilasciate da Squinzi sui temi di lavoro e previdenza?

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