Polemiche e scontri verbali non mancano nello scenario politico-sociale italiano, in particolare per quanto attiene ad uno dei temi più spinosi che da qualche anno a questa parte investe ed affligge la politica e non solo. Il tema della riforma del sistema previdenziale vigente, quello della legge Fornero del dicembre 2011 è sempre più, infatti, terreno di scontro più che di confronto. Ogni giorno nuove proposte, ogni giorno nuove controproposte, che agli occhi dei più non appaiono come ipotesi risolutive, ma solo come terreno su cui scontrarsi, su cui far convogliare l'attenzione del proprio elettorato, come se le loro fossero le tesi e le ragioni più idonee.

Le ultime novità per precoci e quota 96 scuola, la posizione di Damiano

Per le ultime novità sulle pensioni dobbiamo, per dovere di cronaca, comunque riportarvi, cari lettori, che a tal proposito è ancora una volta il presidente della commissione lavoro della Camera l'on. pieddino Cesare Damiano, il più accanito sostenitore di una controriforma della legge Fornero evidentemente stufo e forse anche stanco del solito ritornello dei vari esponenti del governo e del presidente dell'Inps, il professore Tito Boeri, che non ci sono soldi per interventi e misure per rivedere in modo strutturale la legge voluta dal governo dell'altro professore Mario Monti, pure lui della prestigiosa Università di Economia di Milano "Bocconi".Il ritornello che le casse dello Stato sono vuote, non piace proprio a Cesare Damiano.

Le possibilità per recuperare le risorse ci sono. In Italia esistono troppi privilegi e troppi privilegiati. Esistono modi e misure per tagliare e ricavare risorse da destinare a chi ha più bisogno di esere tutelato.

La vicenda dei precoci e della quota 96 scuola va sanata con il taglio degli sprechi e dei privilegi

L'annosa vicenda delle pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti, la questione anch'essa ormai "antica" della quota 96 (gli operatori scolastici rimasti intrappolati a scuola per un errore della legge Fornero, pur avendo i requisiti per andare in pensione), rischiano di finire in soffitta in mezzo alla polvere insieme ad altre mai risolte realtà "scomode".

Il caso dei precoci, poi, merita un'attenzione ed una valutazione particolare, va separato dagli altri perché sono lavoratori che hanno iniziato a lavorare fin dalla tenera età di 14/15 anni per esigenze familiari, non avendo magari la possibilità a quell'età ed in quel periodo della loro vita familiare, di poter studiare. Per costoro urgono manovre ed interventi che al momento sono mascherati dalla sbandierata carenza di risorse.

Questi lavoratori, come la quota 96, chiedono giustizia e nutrono la speranza che il governo Renzi possa addivenire alla soluzione dei loro casi. E voi cosa ne pensate? Esprimete il vostro pensiero commentando la notizia. Intanto continuate a seguirci cliccando su "segui" posto in alto sopra al titolo.