Anche per il personale della Scuola si fanno le ipotesi di pensione anticipata a partire dal 1° settembre 2016: docenti e personale Ata potrebbero andare in pensione prima a patto che abbiano compiuto i 62 anni di età ed abbiano versato contributi per non meno di 35 anni. Tuttavia, l'uscita anticipata dal mondo del lavoro comporterà delle penalizzazioni: nel 2016 e per i successivi due anni, la normativa vigente stabilisce, infatti, che l'età minima per la pensione è di 66 anni e 7 mesi, anticipare a 62 anni o a 63, ad esempio, comporterà un minore introito nel trattamento pensionistico.

Pensione anticipata nella scuola, l'ipotesi 2-8% di penalizzazione nell'assegno pensionistico

Sarebbero comunque soprattutto le donne ben contente di anticipare di uno o più anni l'età della pensione: l'ipotesi che va per la maggiore nei palazzi governativi è quella formulata dal sottosegretario del Ministero dell'Economia, Pier paolo Baretta e da Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera che prevede la rinuncia al 2% per ogni anno di anticipo fino ad un massimo dell'8-8,5% nel caso in cui si esca a 62 anni, età al di sotto della quale non si può andare.

Calcolo pensioni con il sistema contributivo: queste le paure dei dipendenti della scuola

Ben più preoccupante, invece, sono le proiezioni per il ricalcolo dell'importo dell'assegno pensionistico con il solo sistema contributivo, ovvero calcolando le Pensioni sulla base dei contributi versati nel corso degli anni lavorativi.

Tale sistema è previsto dalla legge numero 335 del 1995: in pratica chi ha iniziato a lavorare (e versare contributi) a partire dal 1° gennaio 1996 avrà un assegno pensionistico pressoché dimezzato a fine carriera. Tale situazione riguarda i contribuenti che oggi hanno un'età compresa tra i 30 ed i 40 anni, con una decina di anni di contributi.

Infatti, fa sapere il quotidiano economico Italia Oggi, pur nella migliore delle ipotesi, ovvero in presenza di un Pil in crescita e con il massimo degli anni previsti di contribuzione, l'importo della pensione si attesterà a poco più della metà della retribuzione percepita al momento della cessazione del servizio.

Pensioni nella scuola, penalizzati i 40enni rispetto ai 50enni ed ai 60enni

Una proiezione, dunque, per i 40enni molto pessimistica rispetto alla situazione attuale dei colleghi con qualche anno in più: chi oggi ha tra i 40 ed i 55 anni, infatti, può far valere un numero di anni di contributi superiori, tra i 10 e i 19 e può aspirare ad avere una pensione che superi il 60% dell'ultima retribuzione.

Meglio chi ha un'età tra i 50 ed i 60 anni con un numero di anni di contributi tra i 20 ed i 25: la pensione potrebbe aggirarsi tra il 70 ed il 75% dell'ultima retribuzione. Più dell'80%, invece, è previsto per chi andrà in pensione il 1° settembre 2015, a patto di poter far valere un'anzianità contributiva di almeno 38 anni.