Il bilancio dello sciopero degli scrutini è di quello che farà venire nuovamente i brividi al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi: se la clamorosa manifestazione popolare del 5 maggio aveva 'sorpreso' il premier, anche i numeri relativi all'adesione dei docenti a quest'ultima protesta inducono, senza dubbio, alla riflessione.

E' Domenico Pantaleo della Flc-Cgil a parlare di una media generale dell'ottanta per cento, ma in molte scuole, l'adesione allo sciopero è stata totale. Nonostante tutto, i docenti sono riusciti a garantire ugualmente lo svolgimento delle operazioni: per le classi terminali delle medie e delle superiori non si sono riscontrati problemi, tutto come predisposto dal Garante per l'Autorità degli Scioperi.

Sciopero scrutini e presidi: solo qualche caso 'limite'

Francesco Scrima della Cisl Scuola parla di ulteriore conferma della forte partecipazione riscontrata con il precedente Sciopero Generale, mentre Rino Di Meglio della Gilda Insegnanti si rammarica per il boicottaggio intentato da diversi presidi che hanno cercato, in tutti i modi, di rendere dura la vita ai docenti: in una scuola di San Donà di Piave, il dirigente scolastico è arrivato persino al punto di denunciare gli insegnanti.

Ci sono stati altri 'casi limite', come uno scrutinio convocato alle 6 e mezza della mattina ma le tanto temute 'vendette' dei presidi, però, sono state inferiori alle attese: tanto è vero che le operazioni di scrutinio continueranno domani e martedì pomeriggio in molti Istituti, dove non ci sono state convocazioni ad orari assurdi e nemmeno di domenica.

DDL Scuola in Senato: dopo lo sciopero del 5 maggio, un'altro 'urlo' contro Renzi

Ora non ci resta che attendere la 'reazione' del Presidente del Consiglio di fronte a questa ennesima dimostrazione di rifiuto nei confronti della Buona Scuola: la riforma non si può affatto considerare 'blindata' in Senato, dove continua il braccio di ferro con la minoranza dem e dove Renzi e il Partito Democratico non possono più contare sui numeri di qualche mese fa.

E' probabile che, dopo la pausa estiva e con l'inizio del nuovo anno scolastico, assisteremo ad un 'autunno particolarmente caldo' nel comparto scuola: in pratica, si ricomincerà da dove si è finito, ovvero con la protesta a 360 gradi.