A seguito della proposta del presidente dell'Inps Tito Boeri per la nuova Riforma delle Pensioni, sono partiti ufficialmente anche i tavoli di confronto tra i sindacati e l'istituto previdenziale, con un primo incontro avvenuto giovedì 9 luglio e il prossimo fissato per il giorno 16 dello stesso mese. A chiedere il confronto sono state le maggiori sigle sindacali dei pensionati: Fnp Cisl, Uilp Uil e Spi Cgil. I tavoli tecnici dovrebbero essere improntati alla definizione di un protocollo unitario di relazioni, al fine di dare risposte concrete ai più di 6 milioni di pensionati, che secondo le rivelazioni dell'ultimo rapporto annuale Inps percepiscono un assegno inferiore a mille euro.
Come riportato dal sito Pmi.it, Carla Cantone, segretaria nazionale dello Spi, spiega che nei prossimi incontri, nei quali sarà anche presente il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, i sindacati chiederanno con forza che già dalla prossima Legge di Stabilità siano inseriti i provvedimenti necessari alla soluzione delle problematiche attuali. La recente collaborazione tra il ministero del Lavoro, le Casse edili e la stessa Inps, ha portato anche l'introduzione di nuove procedure che semplificheranno il mondo del lavoro, come l'attuazione del Durc on line, che a regime permetterà risparmi nell'ordine di 100 milioni di euro annui.
La mobilitazione sindacale
Il giorno 14 luglio, in piazza del Pantheon a Roma, e stato organizzato dalle maggiori sigle sindacali nazionali un presidio di protesta per il decreto pensioni, attualmente in Parlamento per la relativa conversione.
Il decreto pensioni è il provvedimento con il quale il governo risponde alla sentenza della Corte Costituzionale, con il quale dispone una parziale restituzione delle somme spettanti ai pensionati a causa della mancata indicizzazione degli assegni. I sindacati chiedono a gran voce un miglioramento degli interventi proposti dal Governo, anche se questo sarà molto difficile da realizzare, poiché l'iter per la conversione in legge del decreto deve essere portato a termine entro il 20 luglio, per cui nel caso fossero apportate modifiche, le stesse richiederebbero necessariamente un altro passaggio in Parlamento.
Le maggiori discordanze tra il Governo e i sindacati si riscontrano sugli aspetti principali riforma, la quale ancora richiede tempi piuttosto lunghi, essendo attualmente nella prima fase delle proposte, mentre le prime decisioni arriveranno sicuramente con la nuova Legge di Stabilità, prevista non prima della fine dell'anno.
Della proposta Boeri il punto più discusso sicuramente è quello riguardante la flessibilità in uscita, che prevede il calcolo dell'assegno di pensione con il sistema contributivo. Fra i politici più critici verso la proposta del presidente dell'Inps Tito Boeri vi è sicuramente Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, che ritiene l'uso del metodo contributivo per il calcolo dell'assegno pensionistico inaccettabile, perché l'uscita anticipata dal mondo del lavoro sarebbe totalmente a carico del lavoratore. In alternativa, lo stesso Damiano fa sua la proposta depositata in Parlamento dal Partito Democratico, con la quale per i lavoratori è possibile ritirarsi anticipatamente in pensione con un taglio massimo dell'assegno dell'8%, cifre ben lontane da quelle prospettate nella riforma targata Boeri.