Per tutte le donne interessate, è opportuno evidenziare che sono ancora aperte le iscrizioni per aderire alla class action, coordinata da una delle lavoratrici più attive Dianella Maroni, nei confronti del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio. Questo movimento è stato organizzato dal cosiddetto Comitato Opzione Donna, il quale cerca, tramite questa iniziativa, di far sentire la propria voce al fine di tutelare quanto è stato deciso con l'approvazione del sistema sperimentale Opzione Donna con il metodo contributivo.

Per il prossimo 6 ottobre si aspetta la sentenza del Tar del Lazio

A questo punto il Tar del Lazio dovrà, entro il 6 ottobre prossimo, emettere la sua sentenza sul ricorso effettuato da oltre 500 donne lavoratrici. Ma cosa chiede queste Comitato? La class action mira, essenzialmente, a far rispettare quanto previsto dal regime sperimentale Opzione Donna, con la possibilità di andare in pensione anticipata, al raggiungimento dei 57 anni di età, per le lavoratrici dipendenti (58 anni per le autonome) e 35 anni di contributi versati, semprechè questi requisiti vengano raggiunti entro il 31 dicembre 2015. Tutto questo con un assegno pensionistico conteggiato con il meno conveniente metodo contributivo, il quale prevede una decurtazione sulla pensione pari al 25/30 percento.

Ma andiamo nel dettaglio della questione.

Si cerca di far rispettare quanto previsto dal metodo sperimentale Opzione Donna

L'articolo 1 della legge 243 del 2004, approvata dall'allora ministro Maroni, introduce la cosiddetta Opzione Donna, metodo introdotto in via sperimentale fino al 31 dicembre 2015. Questo metodo, di fatto, fu congelato, tramite alcune circolari, dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, verso la fine del 2014.

La class action mira a far rispettare quanto previsto dalla normativa previdenziale e a cancellare quanto previsto dalle circolari dell'istituto di previdenza.

C'è tempo per il ricorso fino a 20 giorni prima della sentenza

Tornando alla class action organizzata dal Comitato, si specifica che, nonostante sia scaduto il termine per l'adesione al ricorso collettivo nei confronti del Tar del Lazio (30 giugno 2015), è possibile aderire al movimento in modo autonomo, grazie all'assistenza di un legale privato.

Questa possibilità rimarrà fino a 20 giorni prima della sentenza del Tribunale stesso, tramite la presentazione del proprio atto negli uffici competenti, secondo quanto riportato dal sito specializzato internet pmi.it. Tutto questo, in un momento in cui si continua a discutere della riforma del sistema previdenziale italiano. Discussione giunta ormai in una fase di stallo dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha deciso di sbloccare gli stipendi dei dipendenti pubblici. Questa decisione porterà ad un nuovo esborso non previsto per le casse dello Stato e, allo stesso tempo, ad un 'congelamento' delle varie proposte che sono state depositate in Parlamento (sono 17 i ddl pronti ad essere discussi).

Inizialmente, il governo Renzi era intenzionato a modificare la legge Fornero, come evidenziato dal sito pensionioggi.it, al fine di rendere il sistema pensionistico più flessibile, abbassando l'età pensionabile. Per il momento, tutto rimandato mentre, il prossimo primo agosto, lo Stato italiano dovrà provvedere a rimborsare quei pensionati ai quali erano state bloccate le Pensioni nel 2011 e 2012, dopo la sentenza della Consulta del 30 aprile scorso.