Resta alto il livello di attenzione sul delicato tema della flessibilizzazione nell'accesso all'Inps, dopo che l'esecutivo ha aperto all'attuazione di nuove misure correttive da inserire all'interno della prossima legge di stabilità, in via di definizione entro il termine dell'estate. A riaccendere le discussioni sul tema delle pensioni negli ultimi giorni sono state le proposte di riforma portate avanti dal Presidente dell'Inps Tito Boeri e presentate al Premier Renzi ed ai principali esponenti del Governo, che prevedono l'attuazione dei prepensionamenti tramite nuovi meccanismi di ricalcolo contributivo, un po' come già avviene per la cosiddetta opzione donna.
Ma il riscontro del pubblico alle prime uscite sulla stampa non sembra essere stato positivo, così come riporta anche un articolo pubblicato dal quotidiano "Il giornale". Secondo i rumors indicati al suo interno, Palazzo Chigi comincerebbe a nutrire dei dubbi sui percorsi di riforma indicati dall'economista, perché se i meccanismi di taglio dovessero risultare troppo elevati sarebbe inevitabile perdere una parte del consenso dell'elettorato.
Riforma della previdenza, ecco cosa prevede il piano di apertura alla flessibilità di Boeri
Stante la situazione, è opportuno ricordare che l'attuale Presidente dell'Inps sembra voler suggerire un'apertura dei criteri di pensionamento rendendo possibile l'uscita dal lavoro già a partire dai cinquantasette anni di età, con almeno trentacinque di versamento.
Ma il prezzo da pagare per scegliere una simile opzione sarebbe quello di accettare il ricalcolo della propria mensilità previdenziale tramite il sistema contributivo, ovvero applicando una serie di coefficienti al montante effettivamente versato dal lavoratore nel corso della vita attiva. Un meccanismo che aiuterebbe senz'altro a rendere sostenibile nel lungo periodo i conti della previdenza pubblica, ma che rischierebbe anche di erogare mensilità troppo basse nei casi in cui il pensionando non fosse riuscito ad accumulare un capitale complessivo sufficiente a causa dei contributi figurativi e dei periodi di disoccupazione.
Prepensionamenti e flessibilità pensionistica: dalla Camera si insiste nella quota 97 e nell'uscita con 41 anni dei precoci
Nel frattempo la Commissione lavoro alla Camera ha elaborato e sottoposto all'attenzione del Premier delle proposte alternative di prepensionamento, basate sulla cosiddetta quota 97 e sull'uscita dei lavoratori precoci con 41 anni di versamenti.
Nel primo caso la penalizzazione sarebbe contenuta al 2% per ogni anno mancante rispetto a quanto previsto dall'attuale normativa, mentre nel secondo non sarebbe vista alcuna ulteriore penalità. "Se si intende adottare un criterio flessibile con l'assegno pensionistico tutto ricalcolato con il sistema contributivo, non sono d'accordo con Boeri" spiega il Presidente della Commissione lavoro alla Camera, indicando che i tagli derivanti dal criterio del ricalcolo per molti lavoratori potrebbero risultare eccessivi.
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