Continua a tenere banco l'audizione tenuta dal presidente Inps Tito Boeri che all'indomani del suo intervento in Parlamento ha tenuto a fare delle importanti precisazioni mettendo i classici puntini sulle 'i'. Il noto economista è in particolare entrato in polemica con il leader della CGIL Susanna Camusso bollando come 'pura fantasia' la possibilità che i pensionati italiani vadano incontro ad assegni più bassi del 25-30%. Se una riforma della pensione anticipata 2015 a 62 anni, misura contenuta nel DDL Damiano, appare ormai lontana dall'essere concessa ciò non significa, ha sottolineato Boeri, che si debba per forza prevedere un ricalcolo integrale col contributivo. I tagli ipotizzati dall'INPS si aggirano infatti sul 3-3,5%, dunque delle due l'una: o il contributivo (che porterebbe senza dubbio a tagli del 25-30%) rappresenta solo una soluzione estrema oppure il presidente Boeri non intende scatenare un'ondata di panico pur sapendo che i sacrifici richiesti ai pensionati italiani saranno comunque elevati. Nel frattempo si registra anche l'intervento del Codacons che boccia il governo Renzi a 360 gradi riproponendo la questione degli importi degli assegni previdenziali troppo più bassi della media europea.

Novità pensione anticipata 2015 a 62 anni e contributivo Boeri: polemica INPS-Camusso, numeri diversissimi fra loro

'Non prevediamo alcuna riduzione dell'importo nominale delle Pensioni, nessuna delle nostre proposte comporta una riduzione nominale dell'ammontare, anche delle pensioni più elevate' ha sottolineato Boeri così come riportato da Repubblica.it. 'Queste riduzioni del 30-35% sono assolutamente opere di fantasia pura, di alcune persone che probabilmente hanno voluto così screditare le nostre proposte senza neanche pensare di provare ad analizzarle con una certa attenzione' ha tuonato ancora Boeri: 'Vorrei davvero capire dove la leder della Cgil, Susanna Camusso, ha preso quel 30% a misura del taglio di reddito nel caso di un'uscita anticipata dal lavoro. Verosimilmente si tratterebbe di un 3 massimo 3,5%'. I tagli dunque ci saranno, ma sulla quantificazione delle paventate riduzioni è guerra aperta. 'Ieri tutti abbiamo capito che la somma delle cose che ha detto Boeri portava a quelle cifre. Capisco che se lui dice che le penalizzazioni devono essere quelle del 3,5% l'anno con un pò di anni di flessibilità non arriviamo lontano da quelle cifre' ha replicato la Camusso, più che decisa nel sostenere la propria posizione. Ricapitolando, una pensione anticipata 2015 a 62 anni costerebbe troppo, ma ciò non conduce necessariamente all'ipotesi di prevedere un estensione del contributivo puro. Flessibilità dunque ma in un modo 'giusto' che ancora non è stato ben precisato.



Al coro di critiche levatosi contro il programma Boeri si è nel frattempo aggiunto il duro commento di Carlo Rienzi, presidente Codacons: 'I numeri dimostrano che le misure adottate dal governo sul fronte dei consumi non hanno prodotti gli effetti sperati, in particolare il bonus da 80 euro in busta paga introdotto dal premier Renzi non è stato utilizzato dalle famiglie ai fini della spesa, e si è rivelato un flop. In Italia ci sono 80 miliardi di minori consumi in 7 anni da recuperare e l'unica strada per far riprendere il commercio e portare i cittadini ad acquistare è rappresentata dalle liberalizzazioni. Per questo chiediamo al Governo Renzi di accelerare su tale fronte […] I dati diffusi oggi dall'INPS confermano inoltre come i pensionati italiani restino tra i più poveri d'Europa. Quasi la metà percepisce un assegno inferiore ai 1.000 euro al mese, mentre poco meno di 2 milioni di persone non arrivano ad una pensione di 500 euro al mese'.