La proposta di Tito Boeri per la riforma Pensioni 2015 basata sul ricalcolo col contributivo per la pensione anticipata, quella che viene detta flessibilità in uscita, continua a far discutere soprattutto a riguardo della penalizzazione: di quanto sarà la riduzione per chi volesse andare in pensione prima? Quale e quanta "quota pensione col retributivo" verrà ricalcolata col contributivo? La penalità sulla pensione sarà del 3.5% circa come dice Boeri oppure ben più alta, come alcune simulazioni di ricalcolo col contributivo hanno dimostrato? Le testimonianze di chi è andato ai CAF e ai Patronati indicano addirittura riduzioni sull'assegno fino al 50%, i sindacati -CIGL in testa- temono penalizzazioni medie nell'ordine del 30%, Cesare Damiano è sulla stessa linea d'onda e ribadisce che la minoranza DEM del PD dirà "no" al progetto di riforma delle pensioni proposta dal presidente dell'Inps.

Facciamo il punto della situazione con gli ultimi aggiornamenti e notizie sulle pensioni di oggi lunedì 13 luglio.

Ultime pensioni di oggi, Boeri: penalizzazione col contributivo intorno al 3.5%

Il presidente dell'INPS già giorni fa ha affermato che i numeri diffusi in merito al suo progetto sulla flessibilità in uscita sono esagerati e torna a ribadire che la penalità per la pensione anticipata col contributivo non sarebbe superiore al 3.5%. Sì, ma in che senso? Che numeri sono questi?

Infatti ancora non sono stati resi noti dettagli cruciali su questa ennesima riforma della pensione anticipata, dettagli che in realtà sono più che fondamentali per giungere ad una valutazione chiara. Boeri intende che il 3.5% di riduzione è il massimo totale?

Se così fosse sarebbe eccezionale perchè ipotizzando un'uscita a 60 anni con 35 di contributi, rispetto ai 66/67 per la pensione di vecchiaia, la penalità davvero sarebbe bassissima. Ma sinceramente non sembra possibile: ad esempio l'Opzione Donna, che appunto è una pensione anticipata con ricalcolo col contributivo, porta a riduzioni di almeno il 25% sull'assegno.

Considerate anche che la proposta di Cesare Damiano per la Quota 97 (62 anni di età e 35 di contributi come requisiti minimi per la pensione anticipata) prevede una penalità del 2% annuo, per un massimo dell'8% totale, è valutata dal governo Renzi troppo onerosa.

Forse Boeri intende dire, in maniera fumosa e apposta per creare confusione, che il 3.5% sarebbe per ogni anno di anticipo?

Pensate ai lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare a 16 anni, arrivano a 57 anni con 41 di contributi: chiedendo la pensione anticipata 10 anni prima dei 67 per quella di vecchiaia, si rischierebbe una penalità del 35%.

Pensioni notizie oggi 13 luglio: i sindacati contro la proposta Boeri

Proprio su questi numeri, che ribadiamo sono supposizioni visto che di preciso non è stato detto nulla (come spesso accade in Italia...) ma hanno come fondamenta quanto è già in vigore -Opzione Donna, Legge Fornero, sistema contributivo- e che varie simulazioni sembrano confermare, i sindacati dei lavoratori e dei pensionati contestano la proposta Boeri: penalità così elevate sono davvero troppo, non si può imporre ai lavoratori precoci riduzioni di un terzo sulla pensione o anche più se, dopo oltre 40 anni di lavoro, non vogliono aspettare i 67 anni per il meritato riposo.

Il 16 luglio ci sarà un incontro sindacati-governo sulle questioni sanità e pensioni, il 14 un presidio nazionale: Vera Lamonica della CGIL ribadisce che "Serve flessibilità partendo almeno dai 62 anni, che però non comporti ulteriori penalizzazioni", mentre Carmelo Barbagallo della UIL è più pesante e afferma che "Con la sua relazione, Tito Boeri si è proposto come Ministro della povertà piuttosto che come Presidente della previdenza".