Le ultime novità sulle pensioni ci rivelano che dai sindacati arriva un invito pressante al governo di essere coinvolti nel processo di riforma della vituperata quanto discussa legge Fornero sul sistema previdenziale italiano, tuttora vigente dal dicembre 2011. Ma non solo. Anche dalle istituzioni collaterali all'attività di governo arriva un monito forte e chiaro a rivedere il sistema pensionistico, in particolare dal neorieletto presidente della commissione lavoro della Camera, l'on Cesare Damiano esponente di spicco della minoranza del P.D., il partito di cui è segretario lo stesso premier Matteo Renzi.

Un invito alle modifiche arriva anche dal presidente dell'Inps il professore economista Tito Boeri con la presentazione del suo piano di riforma dell'istituto previdenziale e delle competenze ad esso attinenti. Tre inviti, tre modi diversi di procedere nella riforma del welfare italiano, identico il fine differenti le posizioni.

Lo scontro è sulla flessibilità, termine condiviso ma pensato in maniera diversa, ecco come

I primi, i sindacati, sono per una revisione strutturale della legge Fornero giudicata più dannosa che efficace per i lavoratori che vogliono uscire dal mondo del lavoro e per chi è già pensionato. La legge Fornero ha generato troppe disuguaglianze, troppe ingiustizie con le sue rigide norme, vedi esodati, vedi lavoratori cosiddetti precoci che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e che non possono andare in pensione per la giovane età non rispondente ai criteri e requisiti previsti dalla Fornero, vedi quota 96 scuola, docenti rimasti ingabbiati da una notte all'altra pur avendo i requisiti per uscire dalla scuola, vedi la vicenda umana dei lavoratori ultra 55enni che hanno perso il lavoro e che non riescono ad inserirsi più nell'attività produttiva, vedi la richiesta incessante della proroga dell'opzione donna.

Insomma la Fornero ha generato "mostri" ai quali bisogna provvedere, i tempi sono ormai ineludibili. Già ma come intervenire? È per questo motivo che le sigle sindacali insistono con il governo per una ricerca condivisa delle priorità. Il ministro Poletti, che ha già avuto un primo confronto con loro, ha garantito un nuovo incontro chiarificatore, dal momento che l'esecutivo sta valutando le soluzioni da proporre, ma quando?

Si chiedono i sindacati. Pare a settembre, prima della legge di stabilità. Intanto le proposte di revisione della Fornero si ammassano sui tavoli delle discussioni. Boeri ha presentato il suo piano che prevede il calcolo contributivo per le pensioni, ma subito un coro unanime si è alzato bocciando la proposta. Sindacati e Damiano in testa.

Già, Damiano il neo rieletto presidente. A lui fanno riferimento i sindacati ma anche diverse forze politiche (Lega, Sel in particolare) per le sue proposte sulla flessibilità in uscita. 62 anni e 35 di contributi con penalizzazione massima dell'8% fino all'azzeramento al raggiungimento dei requisiti vigenti, oppure 41 di contributi senza penalizzazioni, oppure quota 100 del P.D. Al governo non resta che scegliere, ha solo l'imbarazzo della scelta. I sindacati premono, i lavoratori pure. Intanto gli ultra 55enni si sono già organizzati con una petizione per la restituzione dei contributi versati volendo essere liberi di determinare loro il proprio futuro.

Queste ad oggi le ipotesi e proposte che oggi vanno per la maggiore. Noi vi aggiorneremo sullo sviluppo della questione. Voi seguiteci, intanto cliccate su"segui" posto in alto sopra al titolo.