I giovani devono saperlo, tra qualche anno l'Italia avrà un record poco invidiabile: la pensione sarà concessa alle soglie dei 70 anni di età. Non è un allarmismo privo di fondamento, ma è il risultato di una analisi fatta, alla Camera dei Deputati, dal Servizio Studi di Montecitorio, che ha comparato il sistema pensionistico italiano con quello di altri 30 paesi europei. Poveri pensionati italiani di oggi, ma anche di domani.

Il dossier in sintesi

Secondo lo studio, per i giovani di oggi(quelli che hanno meno di 35 anni di età) si andrà in pensione (nel 2050) al raggiungimento di 69 anni e 9 mesi.

Nessuno tra i 30 Stati messi a confronto avrà una età pensionabile così alta. Questo perché, in Italia, le aspettative di vita sono maggiori che in altri paesi, e quindi l'età pensionabile sarà gradualmente aumentata tanto che, a partire dal gennaio 2021, non potrà essere inferiore a 67 anni. Anche per quanto riguarda le uscite per il raggiungimento del requisito contributivo, quindi dell'anzianità di servizio, l'Italia resta ai primi posti come durezza del sistema, nonostante riforme e tentativi vari di dare flessibiltà.

Il confronto con gli altri Stati

Se per l'Italia si sfioreranno i 70 anni, per gli altri paesi la soglia di età è più bassa. Parlando di Pensioni di vecchiaia, quindi quelle per i quali i soggetti interessati non hanno raggiunto il minimo di contributi, l'Italia è messa peggio di Germania e Francia, paesi dove si dice che ci siano sistemi pensionistici rigidi.

In Germania, dal 2029 (anno in cui andrà a regime il suo sistema pensionistico), ci vorranno 67 anni di età. In Francia, la soglia è di 65 anni per coloro che sono nati dal 1° luglio 1951, 65 anni e 5 mesi per i nati nel 1952 e così via, fino ad arrivare a 67 anni per i nati dal 1955 in avanti. Ci vorranno 67 anni anche in Spagna e Islanda, a partire dal 2027.

Nel Regno Unito, a partire dal 2020, l'età pensionabile (per uomini e donne) sarà di 66 anni così come in Irlanda, dove è così già oggi. Record opposto al nostro in Repubblica Ceca e Slovacchia, dove si va in pensione a 62 anni, anche se sono ancora al vaglio adeguamenti alle aspettative di vita. In tutti gli altri paesi, l'età fissata dal 2020 sarà di 65 anni.

Inoltre nei paesi scandinavi, Norvegia, Svezia e Finlandia, esistono regimi di flessibilità assoluta. Sta al cittadino scegliere se andarsene in pensione già a partire dai 61 anni.

Pensioni anticipate e scontate

Per le pensioni di anzianità, quelle che oggi si chiamano pensioni anticipate, cioè quelle ottenute per aver raggiunto i contributi necessari, in Italia, con la Fornero e' stato fissato il limite di uscita a 62 anni di età e 42 anni e 6 mesi di contributi (ridotti di un anno per le donne). Naturalmente, l'uscita anticipata prevede dei piccoli tagli agli assegni in tutti i paesi d'Europa. Per i paesi più importanti e simili al nostro, la normativa vigente, messa a confronto con la nostra, sembra più favorevole. In Germania ci vogliono 63 anni e 35 di contributi. In Francia si può uscire dal lavoro già tra i 56 ed i 60 anni di età. In Spagna si può andare in pensione 2 anni prima, con 35 anni di contributi.