Le ultime notizie sulle Pensioni di oggi 2 luglio vertono principalmente su due novità: l'approvazione del decreto del governo Renzi che contiene le norme sui rimborsi ai pensionati dovuti per il blocco della rivalutazione della pensione negli anni 2012/13 dichiarato incostituzionale ma anche altre novità, la principale che interessa in questa sede è il cambio di giorno per il pagamento della pensione. Inoltre si segnala un nuovo ddl presentato al Senato da esponenti della minoranza DEM del Partito Democratico, inerente ad un altro elemento che dovrebbe rientrare nell'imminente riforma delle pensioni 2015, cioè il prestito pensionistico o prestito previdenziale, una misura a sostegno del reddito per gli ultra 55enni che rimangono disoccupati senza però aver raggiunto i requisiti per la pensione anticipata: un'idea che fa parte anche del pacchetto di proposte di Tito Boeri per la riforma delle pensioni presentato a Palazzo Chigi pochi giorni fa.

Decreto governo Renzi su rimborso ai pensionati approvato alla Camera

Ora per l'approvazione definitiva con relativa conversione in legge manca l'ok del Senato, che deve arrivare entro il 20 luglio senza modifiche per consentire i rimborsi della pensione previsti per il mese di agosto. I numeri e tutti i dettagli sono stati confermati, dunque nessun cambiamento rispetto a quanto già comunicato nelle settimane precedenti: per tutti i dettagli potete quindi leggere la guida Rimborsi pensioni: calcolo e tasse da pagare, un salasso dove trovate le cifre precise e varie indicazioni.

Nel decreto del governo Renzi sulle pensioni è contenuta anche la norma sul cambiamento del giorno per il pagamento della pensione, che passa dal tradizionale 10 o 16 del mese al primo giorno, al secondo se festivo.

Dal 2017 saranno erogate sempre il 2.

Riforma pensioni 2015, il ddl del PD sul prestito previdenziale

Depositato al Senato un nuovo disegno di legge inerente un punto chiave della prossima riforma delle pensioni del governo Renzi: la firma principale è del sen. Giorgio Santini, Pd, ma tra i firmatari si trovano diversi esponenti della minoranza DEM del Partito Democratico e anche nomi illustri come Pietro Ichino.

Il titolo del ddl 1943 è "Misure urgenti a favore dei lavoratori anziani senza occupazione, mirate alla ricollocazione, al sostegno del reddito e all'anticipo previdenziale", di cui diamo le linee principali.

I soggetti interessati sarebbero i lavoratori rimasti disoccupati dopo i 55 anni di età, per i quali l'ASDI verrebbe estesa ad un anno terminato il quale, se persiste la disoccupazione, sarebbe possibile accedere ad una sorta di pensione anticipata detta APA, acronimo di Assegno Pensionistico Anticipato: in seguito, una volta raggiunta la pensione effettiva, andrebbero restituiti i due terzi di quanto ricevuto tramite microprelievi automatici sull'assegno.

Oltre ad essere disoccupati, tra i requisiti anche il non prendere già altri sostegni al reddito previsti come incentivi all'esodo (e su questo poco da dire, appare logico) ma anche il non essere titolari di una pensione superiore a due volte il minimo INPS, quando sarà il momento di prenderla in futuro: dunque chi avrà un assegno basso sarebbe escluso da questo progetto del PD? Speriamo di aver capito male...