Le novità sulle Pensioni di questi ultimi giorni ruotano attorno alla rivoluzione copernicana in formato Renzi. Le novità sulle pensioni del patto con gli italiani, del premier nonché segretario del PD Matteo Renzi, si focalizzano in particolare sugli interventi che si intenderanno adottare da qui al 2018 su Irpef e Pensioni. Le novità, invero, annunciate dal Matteo nazionale, hanno ingenerato non poche preoccupazioni su chi e' già pronto per uscire dal mondo del lavoro e su chi sperava di poterlo fare.

Renzi, infatti, nel parlare di pensioni ha fatto riferimento all'anno 2018 come anno cruciale da un punto di vista pensionistico.

Cosa significa? Che forse bisognerà attendere il 2018 per realizzare la riforma pensioni auspicata e richiesta da lavoratori, sindacati e partiti? Che occorrerà attendere il 2018 per un'uscita flessibile dal mondo del lavoro? Allora tutti si chiedono, che fine hanno fatto le promesse che questo (2015) doveva essere l'anno della svolta in materia previdenziale? Eppure si era da tutti detto che con la prossima legge di stabilità si si sarebbe messo mano alla riforma della vigente "odiata" legge Fornero del 2015.

Parole quelle di Renzi equivocate. A che cosa si riferiva il segretario PD, davanti ai suoi pieddini all'Expo a Milano quando annunciava la sua rivoluzione copernicana?



Il programma di Renzi in materia previdenziale e fiscale da qui al 2018

Renzi ha garantito una svolta su fisco e pensioni e sforbiciate alle tasse. 'Impegno di riduzione delle tasse che non ha paragoni nella storia del Paese' e poi 'questo Pd può realizzare una rivoluzione copernicana'. Queste le parole di Renzi.

Taglio tasse da 50 miliardi: abolizione TASI e IMU nel 2016, riduzioni IRES e IRAP nel 2017, IRPEF e pensioni nel 2018. Vera eliminazione dell'Imu, anche sugli immobili industriali e sui 'bullonati'. Ed e' proprio sugli interventi sulle pensioni che si è equivocato. Renzi non ha espresso la volontà di rinviare gli interventi sulla flessibilità in uscita e le misure per i lavoratori precoci nel 2018.

Ha invece garantito interventi per i redditi più bassi, per coloro che stentano ad arrivare a fine mese con una pensione di meno di mille euro al mese. A questo Renzi si riferiva, promettendo anche l'estensione degli 80 euro ai pensionati. La rivoluzione annunciata è anche legata alle preoccupazioni del segretario del partito democratico/premier ai deludenti risultati elettorali delle ultime amministrative per il suo PD?

I lavoratori precoci possono stare tranquilli per l'approvazione della quota 41?

La discusione sulla legge di stabilità 2016 sarà il momento della verità per conoscere le reali intenzioni del governo sui lavoratori precoci. L'incontro tra sindacati e il Ministro al welfare Poletti ha evidenziato la volontà di tutti, governo compreso, di voler intervenire sull'uscita anticipata, recependo la proposta del presidente della commissione lavoro della Camera, il pieddino Cesare Damiano, e cioè uscita a 62 anni di età e 35 di contributi e con penalizzazione massima dell'8%.

Ma non solo. Si è anche ribadita la volontà di risolvere la vicenda dei lavoratori precoci adottando la quota 41, anche questa proposta da Cesare Damiano. Quindi tutti tranquilli o parafrasando la famosa frase dello stesso premier, lavoratori precoci "state sereni"

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