I sindacati della Scuola di Modena hanno detto basta alla situazione di precarietà in cui lavorano molte scuole della provincia modenese, dove dopo i tagli organici e gli accorpamenti di molti istituti scolastici il numero di alunni è vicino o superiore a quelli di molti atenei universitari. Per queste ragioni hanno deciso di non rimanere più in silenzio e hanno evidenziato l'inadeguatezza e l'insufficienza numerica degli organici scolastici.

Situazione a Modena per il prossimo anno scolastico

La situazione non riguarda di certo solo Modena, ma le sigle sindacali della provincia hanno deciso di intervenire e far presente che il prossimo anno è a rischio lo standard qualitativo dell'istruzione nel modenese, dove si è registrato un aumento della popolazione studentesca a cui non è seguito un aumento degli organici del personale docente e Ata (servono alla sola provincia di Modena 600 docenti in più).

Inoltre, con i tagli previsti nella legge di Stabilità al personale Ata le scuole non potranno garantire il regolare funzionamento delle segreterie, la sorveglianza, la pulizia e l'apertura dei plessi, ecco perché arriva per tempo l'appello dei sindacati. L'assessore regionale all'istruzione modenese ha girato la preoccupazione al ministro dell'Istruzione Giannini, il problema è anche più grave di quel che si crede basti pensare che le tempistiche delle immissioni in ruolo sono ancora incerte e non riguarda solo Modena.

La situazione della scuola nelle altre province

Mentre nella provincia emiliana le sigle sindacali si sono date da fare per far emergere le criticità che potrebbero riscontrarsi il prossimo anno, tutto tace nelle altre province italiane, seppur in atto una mobilitazione senza eguali mancano iniziative di questo tipo che si rendono oggi più che mai necessarie, prima che si giunga a decisioni definitive.

La continuità didattica con la nuova riforma non è stata considerata (con il Pof triennale potrebbe venire a mancare) invece è un valore da perseguire per l'efficacia dell'insegnamento, le classi pollaio dovrebbero definitivamente sparire e dovrebbe essere assicurata a settembre sin dall'inizio delle lezioni la presenza in aula dei docenti.

Va inoltre fatto presente che nel nostro paese a parte le particolarità territoriali di alcune province, dove gli uffici scolastici e provinciali e le stesse scuole non sempre adempiono agli elementari obblighi di trasparenza e di pubblicità delle notizie e commettono abusi che diventano contenzioso in tribunale (sia in tema di assunzioni che di mobilità), il sistema del reclutamento della scuola, negli ultimi anni, è decisamente migliorato ma ora con la riforma cosa succederà nelle scuole?

Il problema organici da anni è una questione interna degli istituti, che lavorano soffrendo in silenzio, forse l'esempio di Modena dovrebbe essere seguito da tutte le province che da anni soccombono alle decisioni del Miur e si trovano poi giornalmente a dovere gestire situazioni molto difficili con carichi di lavoro insostenibili e creando disagi all'utenza e agli alunni.

La scuola è basilare al funzionamento di uno Stato come la sanità e la sicurezza, i governi dovrebbero cominciare a cambiare strada e trovare strade che favoriscano il loro buon funzionamento e non tagli organici che rendono i tre settori inefficienti. La Riforma della Scuola com'è attualmente non risponderà di certo a queste esigenze ecco perché a settembre nelle scuole si rischia di andare incontro ad un inizio molto caotico.