Il governo Renzi ha ottenuto il sì dal Senato per Riforma della Scuola, un piano di immissioni in ruolo che porterà molto caos nel mondo dell'istruzione. Manca al varo della legge solo il voto del 7 luglio della Camera e la firma del Presidente Sergio Mattarella, la Scuola fa appello anche a lui come nume tutelare della Costituzione, che è stata chiaramente violata in più parti, con questa legge secondo quanto dichiarato da sindacati e docenti scuola.

La scuola è contraria a quanto segue

- durata triennale degli incarichi dei docenti;

- poter del preside sulla scelta dei docenti e su chi otterrà il trasferimento nella propria scuola e la possibilità che il personale in esubero possa essere destinato ad altre province rispetto quella di residenza;

- delega in bianco sul tema del contratto collettivo, che potrebbe far perdere legittimazione ad esso, lasciando tutta la materia a regolamentazione discrezionale del Parlamento;

- scatti di anzianità e il merito, con questo nuovo metodo, lo Stato recupera molti soldi togliendoli ai docenti, un premio spetterà solo a chi deciderà di attribuirli il comitato di valutazione;

- mancata inclusione personale ATA nel piano di immissioni, ci sono più di 18 mila posti vacanti non contando i disponibili e la Legge di Stabilità ha previsto più di 2000 tagli e il blocco delle supplenze per il personale tecnico e amministrativo.

Cosa non va della Riforma

Il personale assunto verrà diviso in due tranche, Renzi dei 107 mila posti promessi quest'anno a settembre ne assumerà quasi 50 mila docenti.

Gli investimenti sul piano della digitalizzazione della segreteria sono un altro neo della Riforma, si spreca altro denaro pubblico. In molti istituti le segreterie hanno difficoltà anche con lo straordinario ad adempiere al normale carico di lavoro e le semplificazioni informatiche anche in passato non hanno avuto fortuna (si ricordi il piano Brunetta, nei tribunali ancora non è stata attuata, nella scuola non ha risolto il problema del sovraccarico).

Il piano digitale porterà altri adempimenti informatici e per compierli è necessario più personale, le scuole decideranno quanti impiegati servono, nel piano triennale si dovrà indicare infatti anche il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, quindi perché mai decidere nuovi tagli e non assumerli di ruolo?

Si attendono novità il 2 luglio per il personale ATA.

I sindacati hanno già deciso di procedere per vie legali e i docenti e gli ATA non intendono fermarsi, su queste premesse il nuovo anno scolastico, continuerà con la mobilitazione e l'Anief ha precisato che gli errori governativi passeranno alla valutazione dei giudici dei tribunali.

Perché i docenti dicono no alla Riforma

Gli insegnanti si lamentano del potere psicologico che potrà esercitare su di loro il preside, minando la loro libertà d'insegnamento e di valutazione e poi sono contrari alla possibilità data la preside di decidere in quale scuola gli insegnanti dovranno lavorare, temono anche il possibile sconfinamento dei comitati valutazione.

Il modello scolastico proposto da Renzi ha dei lati positivi, ma quando si cambia si ha paura del nuovo con ansie ingiustificate, ma in questo caso la realtà scolastica ben nota a chi ci lavora, senza un confine ben demarcato diventa centro di ingiustizie, che nei tribunali richiedono anni per essere sanzionate e rimosse. I docenti e il personale lo sa bene, ecco perché questa Riforma a loro non piace affatto.