Non è ancora sicura la nuova riforma delle Pensioni che il Governo Renzi dovrebbe inserire nella Legge di Stabilità che verrà presentata in autunno. Sicuramente il Governo ci sta lavorando su, ma la copertura finanziaria, le clausole di salvaguardia e gli interventi di riduzione del prelievo fiscale sono ostacoli duri da superare. Se tutte le tessere del puzzle andranno al loro posto, il Governo dovrebbe essere in grado di presentare la nuova riforma delle pensioni già a settembre, per poi approvarla entro la fine dell’anno 2015. Azzardando un’ipotesi, potrebbe anche essere che tutto il parlare di flessibilità, pensione anticipata e così via, venga rimandato all’anno prossimo lasciando inalterati i meccanismi pensionistici previsti attualmente con la Legge Fornero.

Ma anche con le attuali norme, ci sono importanti possibilità che permettono di uscire prima dal mondo del lavoro e di conseguenza di percepire prima il tanto agognato assegno pensionistico.

Opzione donna

L’opzione donna è uno strumento atto a permettere alle donne di andare in pensione a 57 o 58 anni di età se dipendenti o autonome con 35 anni di lavoro.Queste, possono andare in pensione con il sistema contributivo, quindi con unassegno pensionistico più basso per tutta la durata delle pensione. Per le donne è possibile anche anticipare l’accesso alla pensione di vecchiaia, non aspettando il compimento di 63 anni e 9 mesi con 20 anni di contributi previsto per il 2015 che salirà entro il 2018, restando in vigore la riforma Fornero, a 66 anni e 7 mesi.

Per le donne che hanno raggiunto i 20 di contribuzione e 60 anni di età già al 31 dicembre del 2012, si potrà uscire dal lavoro subito senza attendere l’età prevista dalla legge.

Quota 96 per i dipendenti entro il 31/12/2012

Tutti i lavoratori con almeno 20 anni di contributi oggi vanno in pensione se compiono 66 anni e 3 mesi entro fine 2015 oppure a 66 anni e 7 mesi dal 1° gennaio 2016.

Per la pensione anticipata invece ci vogliono 42 anni e 6 mesi indipendentemente dall’età, con penalizzazione di un punto percentuale ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni. Se invece il lavoratore ha raggiunto la fatidica quota 96 ( 60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 e 35) entro il 31 dicembre 2012, potrà uscire già nel 2015 a 63 anni e tre mesi con 35 anni di contributi (38 se ha continuato a lavorare dal 2012 al 2015).

Altre possibilità anticipate

Per i vicini alla pensione che hanno perso il posto di lavoro, ma che hanno la disponibilità finanziaria, l’INPS da facoltà di provvedere a versare i contributi mancanti volontariamente. Si tratta dell’istituto di prosecuzione volontaria di cui parla l’INPS con la circolare n. 57/2015. I versamenti volontari variano ogni anno in base all’inflazione, sono diversi a seconda se si è stati autorizzati al versamento prima del 1995 o successivamente ed in base alla categoria lavorativa di appartenenza. Per il 2015 l’ammontare dei contributi da versare volontariamente è di 3.431 euro. Anche le ricongiunzioni di periodi versati in più casse previdenziali è possibile sempre a spese del lavoratore come può capitare agli ex autonomi passati al privato, o agli Statali dell’ex INPDAD.

Possibilità di uscita a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini nei casi di invalidità superiore all’80% e con almeno 20 anni di contributi. Per le invalidità inferiori, ma oltre il 74% si ha diritto ad uno sconto contributivo di 2 mesi ogni anno di contribuzione effettiva per una soglia limite di 5 anni di sconto.