Dopo il caso che ha visto Marcella Raiola, la professoressa protagonista della lettera a Repubblica, intervenire in diretta ad Agorà a spiegare le ragioni dei precari che non vogliono essere costretti ad un trasferimento coatto per colmare le lacune degli organici dell'alta Italia, i quotidiani nazionali tornano alla ribalta con una iniziativa messa in campo dagli intellettuali del Nord. Al Corriere della Sera compare l'appello di 209 componenti della borghesia e dell'intellighentia settentrionale a sostegno di Matteo Renzi. Il quotidiano milanese ha cambiato direttore e si vede.

Basta leggere l'inizio del pezzo firmato genericamente da Redazione che parla di iniziativa di semplici cittadini. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere, recita un vecchio detto. Qualcuno potrebbe offendersi se scoprisse di essere stato accostato alla più comune plebaglia, come ad esempio il nobile Gaddo della Gherardesca, uno tra i primi firmatari dell'appello.

Una iniziativa di imprenditori e rappresentanti della borghesia del Nord

La stampa nazionale riprendeva la notizia in vari modi, ma chi ha fornito l'istantanea più dettagliata dei magnifici 209 che hanno deciso di sostenere un premier in drastico calo di consensi è stato Il Fatto Quotidiano. E' stato il fondatore di Community, Auro Palomba, a spiegare come ha deciso di sottoscrivere l'appello e per trovare aderenti ha usato il modo più popolare possibile: il passaparola.

Questo spiega perché tantissimi tra loro manco si conoscono. Ma i promotori dell'iniziativa mediatica assicurano che Matteo Renzi non sapeva assolutamente niente di tutto questo, particolare che non sposta di un millimetro il significato mediatico che alimenta la frattura tra l'opinione pubblica e i docenti.

Gli illuminati o i fulminati?

Nonostante le critiche ricevute va detto che l'intervista di cui è stata protagonista la professoressa Raiola ha colto nel segno e ha fatto molto male a chi in questo momento tenta di tenere insieme un Pd in drastico calo di consensi, dove gli ultimi sondaggi lo danno raggiunto e sorpassato dal M5S di Beppe Grillo.

Non si spiega altrimenti la partecipazione di personaggi importanti e altamente rappresentativi del mondo dell'alta finanza la cui lista si può leggere anche nel servizio dedicato all'iniziativa mediatica dall'Huffington Post. Compaiono grandi realtà bancarie come Abn Amro, Intesa San Paolo, Eataly.net, Capitalia, Bulgari e Mediobanca. Guarda caso gli stessi nomi che compaiono anche nella fondazione Treelle. Il topo in difficoltà è uscito dalla trappola e ora dovrà stare attento alla zampata del gatto.