La Buona Scuola di Renzi ha iniziato già a produrre suoi effetti negativi nelle esistenze dei docenti delle Gae alle prese col dubbio amletico se presentare la domanda o meno. I precari delle Graduatorie di Istituto temono di non poter lavorare sulle supplenze come negli anni scorsi e intanto, nei tribunali di tutta la penisola ottengono importanti sentenze a loro favore. Dai diplomati magistrali ante 2001/2002, con la sentenza del Consiglio di Stato del 16 aprile 2015, agli abilitati con Pas difesi dall'Avv. Marotta, sempre grazie ad una pronuncia favorevole del Consiglio di Stato, passando per gli abilitati con Tfa, come nel caso del ricorso d'urgenza ex art.700 accolto dal Tribunale di Cremona qualche mese fa e adesso anche gli abilitati all'estero grazie all'Avv.

Solidoro che ha presentato al Tar un ricorso d'urgenza per immissione in Gae.

Incostituzionalità

In un articolo a firma di Giuseppe Aragno su Il Manifesto di oggi, domenica 9 agosto 2015, si trova un interessante editoriale che rimarca l'incostituzionalità di tutta la Buona Scuola di Renzi, come magistralmente spiegato da Ferdinando Imposimato, passando per la disamina dell'esercizio della delega legislativa che si è attribuito il governo per approvare in tutta fretta l'autonomia scolastica. Nel pezzo, non si dimentica di citare l'incostituzionalità stessa delle Camere, sancita da una sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2014, allegramente bypassata da un capo di Stato ufficialmente preoccupato solo di evitare un default.

Una ferita

Citando Enrico Maranzana di “fuoriregistro”, si parla di una ferita inferta alla legalità repubblicana. Partendo dal concetto che il governo può avere la delega per legiferare stabilendo con esattezza criteri e principi direttivi, questo non può essere separato dalla necessità di farlo con limiti di tempo ben precisi.

La limitazione del tempo in cui esercita la funzione legislativa è conseguente all'art.76 della Costituzione. Ma la Legge 107, secondo Maranzana, infrange il principio sopra esposto, perché afferma che la sua ragione d'essere è una legge delega. Aldilà di una semplice differenza semantica, con questa legge non si realizza un sistema educativo di istruzione e formazione, bensì un sistema nazionale di istruzione e formazione.

C'è chi dice no

L'efficacia della delega fu cancellata col Dpr 275/99, ma l'attuale governo Renzi l'ha resuscitata, conferendole una legittimità del tutto falsa. Dietro a quest'atto di coercizione si spiega la rivolta dei docenti di oggi con azioni legali a tutela dei loro diritti democratici di conservare un lavoro e una dignità professionale che la legge 107 oggi cerca di calpestare impunemente. L'analisi termina con la domanda seguente: come imporre la sovranità popolare all'illegittimità dell'esecutivo? Come già gli stessi precari delle Gae hanno sottolineato, la legge 107 appare solo come un ricatto del governo.