Sembra concentrarsi sul tema delle penalizzazioni la probabile quanto prossima riforma verso la flessibilizzazione nell'accesso alla previdenza, un importante modifica legislativa per la qualei lavoratori in età avanzata stanno premendo ormai da oltre quattro anni, ovvero da quando la legge Fornero ha irrigidito improvvisamente tanto i criteri anagrafici quanto quelli contributivi di pensionamento. Dopo gli ultimi interventi di luglio l'esecutivo ha raccolto tutte le principali proposte giunte da tecnici, politici e parti sociali, per avviare un'istruttoria che verosimilmente si concluderà a settembre, in modo da poter inserire i correttivi all'interno della prossima legge di stabilità 2016.
Riforma delle pensioni, le proposte attualmente in discussione e l'impatto su conti pubblici e sulle mensilità dei lavoratori
Tra le numerose opzioni di uscita, quelle che appaiono maggiormente benvolute da parte dei lavoratori giungono dalla Commissione lavoro alla Camera e riguardano l'uscita con 41 anni di versamento senza penalità destinata ai lavoratori precoci e la cosiddetta quota 97, che dovrebbe garantire l'ingresso nell'Inps con 62 anni di età e 35 di versamenti. Quest'ultima opzione resta però maggiormente critica, perché prevede una penalizzazione che negli intenti iniziali doveva fermarsi all'8% e che le ultime indiscrezioni di area governativa indicherebbero poter arrivare fino al 20%.
Più improbabile invece il taglio secco del 30% nella mensilità erogata che dovrebbe prendere forma nel caso si aprissero le porte a dei ricalcoli interamente contributivi della futura mensilità erogata, sebbene la misura sarebbe quella in grado di pesare meno sul bilancio pubblico. Non mancano neppure le ipotesi alternative, come la possibile estensione anche agli uomini dell'opzione donna, al momento sottoscrivibile solo da alcune tipologie di lavoratrici.
Inps, si studiano anche nuovi interventicorrettivi collegati a previdenza e assistenza
Allo studio dell'esecutivo vi sarebbero inoltre le proposte suggerite dal Presidente Inps Tito Boeri, che dovrebbero snellire i criteri di accesso alla pensione. A partire dall'abolizione delle ricongiunzioni onerose tra differenti gestioni, per coloro che hanno cumulato contributi in diverse casse per via di cambi lavorativi.
Fino alle ipotesi di istituire un reddito di welfare per gli ultra 55enni che hanno terminato i tradizionali sostegni di disoccupazione. Resta inoltre aperta la possibile creazione di un reddito di sostegno, che dovrebbe essere fruibile anche dai pensionati e cheandrà ad integrazione dichi percepisce redditi bassi tramite l'applicazione del nuovo modello Isee.
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