Una vita affidata ad un algoritmo, come se si trattasse dell'estrazione di una lotteria o della compilazione del calendario del campionato di calcio. I discorsi trionfalistici del premier Matteo Renzi e del ministro Stefania Giannini sarebbero dovuti arrivare tra qualche settimana quando ogni docente che riceverà la proposta di assunzione potrà tirare le somme e ritenersi, più o meno soddisfatto della sede che gli verrà assegnata.

C'è un dato inequivocabile che, in ogni caso, non potrà essere smentito: il precariato nella scuola non è affatto finito.

Nonostante le ottimistiche previsioni della Buona Scuola, troppo legate ai freddi numeri e pochissimo alla realtà, le quasi 102 mila assunzioni previste dal Presidente Renzi e dal ministro Giannini, non lo esauriranno in alcun modo.

Scuola: le nuove assunzioni tra algoritmi, docenti tappabuchi, sentenze e supplenze

Innanzitutto, si prevede che resteranno scoperti almeno 7-8 mila posti: in secondo luogo, c'è da tenere in considerazione il fatto che la riforma della scuola ha escluso almeno 80.000 precari che, al contrario, avrebbero avuto diritto all'assunzione alla luce della sentenza della Corte di Giustizia Europea che comanda l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari con almeno 36 mesi di servizio continuativi negli ultimi 5 anni. Non solo tale sentenza è stata completamente ignorata dalla riforma, ma si è riusciti a fare anche peggio, ovvero impedire ai suddetti docenti che hanno già maturato questi requisiti di poter ottenere, in futuro, altri incarichi.

I neo assunti, con tutta probabilità, svolgeranno la funzione di 'tappabuchi': uno spezzone qui, uno spezzone in un'altra scuola. In pratica, la 'supplentite' rimane, visto che si può tranquillamente affermare che la riforma Renzi-Giannini ha provveduto all'abolizione della titolarità di cattedra.

Come ampiamente sottolineato dai sindacati, a settembre non si vedranno certamente dei miglioramenti: il precariato resterà, le supplenze pure e gli studenti si troveranno di fronte una nuova ed ancor più vorticosa 'girandola' di insegnanti.