Uno dei punti più discussi riguardanti le nuove immissioni in ruolo è quello riguardante il superamento dell'anno di prova, necessario per ottenere l'effettiva immissione in ruolo. La legge 107/2015 ha preso in esame questi aspetti nell'articolo 1, dai commi che vanno dal 115 al 120.

Un requisito necessario, ma non da ritenersi sufficiente per poter ottenere il contratto a tempo indeterminato, è infatti costituito dal periodo di prova che dovrà avere una durata minima di centottanta giorni, nell'arco di un anno scolastico, 120 dei quali dovranno essere dedicati alle attività didattiche.

Periodo di prova assunzione scuola: le norme contenute nella legge 107

Se durante il periodo di prova il docente si ritrovasse a dover frequentare dei corsi di formazione o di aggiornamento, non si dà luogo ad alcuna interruzione dello stesso: nel caso in cui, invece, il neo assunto si ritrovasse impossibilitato a prestare servizio per i 180 giorni previsti (nel caso di problemi di salute, malattia o altra causa motivata), all'insegnante verrà concessa la proroga di un anno scolastico.

La novità più rilevante riguardante il periodo di prova, novità che sta già sollevando numerose polemiche sui vari gruppi social, riguarda la valutazione dello stesso, affidata dalla legge 107 al dirigente scolastico dietro parere del comitato per la valutazione, all'interno del quale dovrà figurare anche il docente tutor che si è occupato di seguire, durante questo periodo, l'insegnante neo assunto.

Scuola, assunzioni e periodo di prova: cosa succede in caso di valutazione negativa?

Che cosa succede, in particolare, nel caso in cui la valutazione dovesse dare esito negativo? In questo caso, il personale docente ed educativo verrà sottoposto a un secondo periodo di prova che, però, non potrà più essere rinnovato.

Ciò significa che, nell'eventualità che arrivi un secondo giudizio negativo, il neo assunto non potrà ottenere la conferma in ruolo.

Sono facilmente comprensibili i motivi per i quali i docenti precari non gradiscano affatto questa possibilità di venire 'bocciati' durante il periodo di prova: si ritiene, infatti, che molti di loro abbiano già dato ampia dimostrazione delle proprie capacità didattiche durante gli incarichi a tempo determinato, affidati loro in precedenza.