A partire dal prossimo ottobre, inizierà la discussione della Legge di Stabilità che sarà approvata entro il mese di dicembre. Le ultime notizie che arrivano dagli ambienti istituzionali, ci dicono che, con ogni probabilità, entro il 15 ottobre dovrà essere depositata una proposta sulla flessibilità, annunciata più volte da Matteo Renzi, che tenga conto della flessibilità senza pesare, però, sulle casse dello Stato.

Padoan: 'Tutti i cambiamenti valutati attentamente'

Anche il ministro Padoan, sulla stessa 'lunghezza d'onda', ha ribadito la volontà del governo nel trovare una soluzione da inserire nella prossima Legge di Stabilità, considerando però la finanza pubblica.

'Tutti i cambiamenti del sistema previdenziale devono essere valutati in maniera molto attenta a causa delle implicazioni che ci potrebbero essere sulla finanza pubblica. Verranno esplorate le misure relative alla flessibilità tenendo però conto dei vincoli di bilancio. Non esiste la flessibilità a costo zero. Resta da vedere a chi viene attribuito questo costo'.Nel frattempo, il governo dovrà decidere la sorte del bonus applicato ai contributi previsto per quest'anno, relativamente alle assunzioni a tempo indeterminato. Padoan, in merito a questo fatto, specifica che 'le risorse per la de contribuzione potrebbero non essere più necessarie dato che, secondo me, la fase di emergenza, per l'Italia, è terminata.

A quel punto i fondi potrebbero essere veicolati per altri scopi, come ad esempio, gli sgravi fiscali'.

Possibile flessibilità in due fasi: una subito e l'altra nel 2018

Viene ipotizzata, in queste ore, una flessibilità che potrebbe essere applicata in due distinti momenti, in un periodo di tempo compreso tra il 2016 e il 2018.

Questa ipotesi è stata evidenziata dal quotidiano Il Messaggero, secondo cui il premier avrebbe intenzione di applicare la flessibilità già nella Legge di Stabilità 2016 e, successivamente, nel 2018, quando la situazione economica potrebbe essere migliorata. Tra le ipotesi che vengono prese in considerazione in questa prima fase, c'è quella di un pensionamento al raggiungimento dei 62 o 63 anni con 35 anni di versamenti contributivi è una penalità variabile dall'1 al 15 percento. Questo provvedimento, però, riguarderebbe solamente le donne, gli esodati e i disoccupati senior.