Il Presidente del Consiglio, Matteo Renziinsiste sulla necessità di assicurare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. La riforma delle pensioni anticipate dovrebbe essere fattibilegià nella prossima legge di Stabilità. Lo ha scritto lo stesso Premierrispondendo alla lettera di un lettore sul quotidiano "L'Unità".

Pensioni anticipate, le ipotesi allo studio del Governo Renzi

L'ipotesi di partenza è quella di abbassare l'età pensionabile dai 66 anni previsti dalla legge Fornero per la pensione di vecchiaia, ai 62 anni. La penalizzazione dovrebbe aggirarsi intorno al 3-4 per cento per ogni anno di anticipo e dunque si arriverebbe ad un taglio totale del 12-15%.

Tuttavia, non è possibile calcolare la platea delle pensioni anticipate: non si può ipotizzare, infatti, quanti potrebbero essere disposti ad acconsentire che, per tutta la vita pensionistica, ricevano un assegno ridotto pur di andare via da lavoro in anticipo. Correlata alla pensione anticipata è la propostadell'ex ministro Giovannini del prestito pensionistico: i contribuenti potrebbero avere la possibilità di poter andare prima in pensione di due o tre anni, prendendo, per l'appunto, a prestito l'assegno mensile che poi dovrà essere restituito dai trattamenti previdenzialifuturi. Si parla di 700 o di 800 euro al mesea favore dei contribuenti che più ne hanno bisogno, per farli tirare avanti per qualche anno prima di raggiungere l'età per la pensione di vecchiaia.

Ma lapensione anticipata non potrà essere a "costo zero" per il pensionato, mentre lo dovrà essere, quantomeno a basso costo, per i conti dello Stato. La caccia è scattata: servono due miliardi di euroed è il massimo che lo Stato può investire per fare la riforma. Il più dovranno farlo i contribuenti che dovranno rinunciare comunque ad una fetta di pensione.

Riforma pensioni, lo sconto delle penalizzazioni per chi prende 2 o 3 volte l'assegno minimo

Nell'ultima settimana, scrive Il Corriere della Sera, si è fatta avanti l'ipotesi che potrebbe essere considerata la via di mezzo: tre o quattro anni di anticipo a chi rimane senza lavoro e finisce gli ammortizzatori sociali con un taglio del 3-4 per cento per ciascun anno di anticipo.

Ma la percentuale del taglio dovrebbe ridursi progressivamente per chi percepisce un assegno già basso, di due o tre volte il minimo stabilito dall'Inps. Dunque lo sconto riguarda solo chi avrebbe un assegno pensionistico di mille o di 1.500 euro lordi mensili.