Tra le ipotesi e le simulazioni che si stanno facendo in questi ultimi giorni in meritoallapensione anticipata , le novità riguardano le priorità individuate dalGoverno Renzi: sicercherà di trovare una soluzione principalmenteagli esodati e ai contribuenti in difficoltà perchè rimasti senza lavoro. E, a ruota, l'Esecutivo cercherà di garantire una forma di flessibilità alle donne, preferibilmente quelle con figli. Sono queste le indicazioni trapelate sull'attesa riforma delle Pensioni e, soprattutto, sulle ipotesi disuperamento della Legge Fornero o, almeno,diuna grossa fetta di essa.

Detto che per gli esodati la soluzione studiata è quella dell'adozione di una nuova salvaguardia (la settima) e che la discussione sui disoccupati anziani vaglierà numerose ipotesi, Il Messaggero ha pubblicato lasimulazione elaborata dalla società Progetica per le donne che lasceranno il lavoro a 63 anni.Il taglio complessivo arriva a toccare il 20% per le lavoratrici autonome, mentre per le lavoratrici alle dipendenze la decurtazione è, addirittura, del 21%.

Simulazione anticipata a 63 anni per donne del 1953 e 1956, dipendenti ed autonome

Riportiamo, dunque, il calcolo pubblicato dalquotidiano romano considerando una donna nata nel 1953 e una nel 1956, con reddito mensile attuale di 2 mila euro e inizio di contribuzione a 25 anni con continuità lavorativa.

Inoltre, la penalizzazione è stimata sulla base dell'incremento della spesa statale calcolata sulla maggiore aspettativa di vita media della popolazione italiana.

  • La lavoratrice dipendente nata nel 1953 andrà pensione di vecchiaia a 66 anni e 11 mesi con un assegno netto di 1.730 euro. Optando per lapensione anticipata a 63 anni senza penalizzazioni dovrebbe accontentarsi di 1.527 euro, mentre le penalizzazioni ridurrebbero ulteriormente l'assegno a 1.361 netti, con una perdita del 21per cento.
  • La lavoratrice dipendente nata tre anni dopo, invece, andrebbe in pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi. A fronte di una pensione netta mensile di 1.717, optando per lapensione anticipata a 63 anni senza penalizzazione percepirebbe un assegno mensile netto di 1.519 euro, ulteriormente ridotto a 1.351 euro nel caso di penalizzazioni, con un taglio totale del 21%.
  • Per la lavoratrice autonoma del 1953 che andrebbe in pensione di vecchiaia a 66 anni e 11 mesi con un assegno netto di 1.529 euro,vedrebbe ridurre l'importo a 1.339 euro nelcaso di pensione anticipata senza penalizzazione. Con la penalizzazione, invece, percepirebbe appena 1.218 euro netti, con un taglio finale del 20%.
  • Simile la situazione della lavoratrice autonoma nata nel 1956 che, da una pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi di 1.496 euro netti, passerebbe a 1.310 se uscisse a 63 annisenza penalizzazione. L'ulteriore ribasso della penalizzazione farebbe precipitare l'assegno a 1.190 euro: il taglio, anche in questo caso, si attesterebbe sul 20 per cento.