La situazione relativa alla riforma del sistema previdenziale è ancora troppo confusionaria. Negli ultimi mesi, molte volte si è parlato di cambiare le norme pensionistiche, poi, notizia degli ultimi giorni, è arrivata la 'doccia gelata' quando il premier ha ammesso che non ci sono le risorse finanziarie per fare interventi seri sulla previdenza.
Promesse del premier Renzi che non sono state mantenute
Che fine hanno fatto i tagli alle Pensioni d'oro, di cui parlava il presidente del Consiglio, durante la trasmissione di Mentana e, successivamente, anche di Bruno Vespa nel luglio 2013?
L'idea era quella di tagliare del 10 percento le pensioni più alte (superiori ai 3.500 euro al mese), allo scopo di dare un concreto aiuto ai pensionati meno fortunati. Non solo! L'anno scorso, il premier Renzi aveva sottolineato che, nel 2015, avrebbe effettuato un intervento per tutte quelle pensioni di importo inferiore ai 1.000 euro. Nel luglio scorso, il leader del Partito Democratico, ha annunciato che tutto sarà rimandato al 2018. In quella data, però, i pensionati più sfortunati (quelli nati intorno all'anno 1952) avranno risolto i problemi derivanti dallo 'scalone' introdotto dalla legge Fornero. Questo vuol dire che saranno, comunque, arrivati al percepimento dei propri assegni previdenziali.
Tanti mesi di discussione per riformare il sistema previdenziale
Ricordiamo pure che, qualche giorno prima della notizia sul rinvio delle modifiche sulle norme previdenziali, Giuliano Poletti, ministro del Welfare, aveva annunciato che il pensionamento anticipato era possibile anche se non a costo zero. Poi sono arrivate le parole del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, il quale specificava che qualsiasi nuova norma pensionistica avrebbe pesato, seppur in maniera minima, sulle casse dello Stato.
Tante parole che non sappiamo quanto possono essere vere. Non ci resta che aspettare le prossime 'mosse' del governo, mentre i lavoratori prossimi alla pensione aspettano con ansia le decisioni che determineranno il loro futuro.