E' scontro tra politici e tecnici sulla riforma Pensioni, la questione esodati e quella relativa all'opzione contributivo donna. "Così non si può andare avanti", avverte il presidente della commissione Lavoro della Camera dopo le ultime novità annunciate ieri nel corso del vertice parlamentare tra tecnici della Ragioneria generale dello Stato, dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del ministero dell'Economia e delle Finanze. Dopo le promesse dei giorni scorsi e le rassicurazioni del governo sulla flessibilità in uscita per la pensione anticipata, sulla settima salvaguardia degli esodati e sulla proroga del sistema opzione contributivo donna, ieri durante l'incontro tecnico-politico in commissione Lavoro a Montecitorio sono emersi nuovi problemi legati alle coperture finanziarie.

Pensioni e lavoro, intervista a Damiano su L'Unità

"Non è accettabile - ha detto Cesare Damiano - il dominio dei tecnici sulla politica. Dei ragionieri - ha detto con tono molto critico in un'intervista pubblicata su L'Unità oggi in edicola - che vanno contro gli interessi dei deboli e si mettono di traverso nei confronti - ha sottolineato - della volontà politica del Parlamento". Così il parlamentare della minoranza dem, che in questi mesi ha espresso ottimismo sulle buone intenzioni del Governo Renzi, diventa adesso sempre più critico e sospettoso. "Non vorrei che la strategia - ha detto al giornale di riferimento del Partito democratico - fosse quella di bloccare le nostre proposte per recuperare risorse per la legge di Stabilità destinate ad altri scopi".

Ma aldilà dei sospetti di cui non fa mistero, l'esponente di "Sinistra è cambiamento", una delle diverse aree del Pd recentemente costituita, si dice "sicuro che il governo non lo permetterà". I primi interventi previsti sulla flessibilità in materia previdenziale sono quelli che riguardano l'estensione dell'opzione donna e la risoluzione del problema degli esodati in attesa della settima misura di salvaguardia.

Damiano critica fortemente le previsioni di spesa ipotizzate dai tecnici della Ragioneria dello Stato e dell'Inps sentiti ieri in commissione Lavoro che hanno cambiato registro rispetto a quanto sostenuto prima della pausa estiva quanto le settima salvaguardia degli esodati e la proroga dell'opzione donna erano già state date per certe, mancava solo una conferenza dei servizi per certificare le stime prima di portare i provvedimenti al vaglio del Parlamento nel contesto della legge di Stabilità.

Ma ieri il dietrofront che sta facendo irritare non poco la minoranza del Pd e i sindacati. Il problema emerso ieri è che la Ragioneria ritiene che i soldi risparmiati con il Fondo esodati sono già stati inseriti nel bilancio dello Stato e quindi non potranno essere utilizzati per la settima salvaguardia. Di diverso avviso, però, il ministero del Lavoro che, secondo quanto spiega Damiano, "sostiene la nostra tesi", cioè che "quei soldi - ha sottolineato il deputato - devono alimentare il Fondo per gli esodati appositamente costituito". Anche sull'opzione donna la Ragioneria sostiene che vadano individuate le coperture, impossibili però da trovare secondo le previsioni di spesa illustrate dall'Inps, ovvero 2miliardi di euro fino al 2023 per una platea di 5mila lavoratrici all'anno. Secondo Damiano, invece, quella indicata è "una cifra spropositata" perché "l'opzione donna ci sarà - sostiene - un risparmio per i conti pubblici, non un aggravio".