Le dichiarazioni del ministro Padoan durante l'ultimo question time alla Camera hanno posto una pietra tombale sulla nuova riforma Pensioni attesa da migliaia di cittadini. Le novità ad oggi 18 settembre hanno per oggetto il tema sui lavoratori precoci, una delle categorie più danneggiate dalla Legge Fornero. L'ultimo a prendere parola è stato Cesare Damiano, il quale si è sempre mostrato attento al problema delle pensioni dei precoci, ribadendo la propria convinzione che il governo Renzi sbagli a non voler affrontare il tema della flessibilità nella prossima legge finanziaria.

Damiano: “Senza flessibilità molti poveri”

La settimana che sta per concludersi verrà ricordata come la settimana che ha posto fine alle speranze di vedere andare in porto la riforma pensioni del governo Renzi. Anche stavolta il primo a non arrendersi difronte a questa eventualità è Cesare Damiano. Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera nella giornata di ieri si è espresso circa la relazione di Nino Baseotto alla Conferenza di organizzazione della Cgil. Damiano si è detto al fianco della Cgil nella contrarietà per la decisione di Renzi di non includere nella legge finanziaria o in un provvedimento ad hoc il tema della flessibilità. Damiano ha proseguito nella sua analisi sostenendo che la maggior parte dei lavoratori restati senza reddito saranno i futuri nuovi poveri e i più giovani, in mancanza di turnover, avranno grandi difficoltà nel trovare un posto di lavoro (askanews).

Una scelta pericolosa quella compiuta dal Governo, ma forse l'unica per non andare incontro ai “rimproveri” dell'Unione Europea. Il problema centrale dell'intera vicenda risiede forse qui. Le recenti promesse del premier a Porta a Porta da Bruno Vespa si sono rivelate fumo negli occhi per migliaia di lavoratori italiani, che avevano realmente creduto che qualcosa potesse essere fatto in vista della prossima Legge di Stabilità.

Alla fine è passata la linea Zanetti, sottosegretario all'Economia, le cui recenti dichiarazioni combaciano alla perfezione con il pensiero dell'esecutivo: “La riforma delle pensioni non ci è stata imposta dall'Unione Europea ma dalla curva demografica e non può essere smantellata non per la contrarietà delle lobbies bancarie e delle scie chimiche ma per il mantenimento del sistema sia per i giovani sia per chi già si trova in pensione” (askanews).

Nella sua recente apparizione a Ballarò, Enrico Zanetti ha spiegato come l'introduzione della flessibilità sia un aspetto in questo momento meno prioritario rispetto, ad esempio, al tema degli esodati. Riguardo a ciò sono da sottolineare le parole di Cesare Damiano, il quale ha auspicato che il Governo arrivi ad una soluzione per la settima salvaguardia degli esodati e l'Opzione Donna prima della Legge di Stabilità (askanews).

Lavoratori precoci, tutte le speranze su Damiano

Alla luce delle dichiarazioni del ministro dell'Economia Padoan secondo cui “gli oneri di una maggiore flessibilità si manifesterebbero nell'immediato con un impatto sul sentiero di aggiustamento della finanza pubblica”, torna di moda la riforma pensioni Boeri, ipotesi questa mal digerita dai lavoratori precoci, in quanto si andrebbe incontro a penalizzazioni dell'assegno pensionistico anche del 30 percento.

A questo proposito è importante però ricordare le ultime dichiarazioni del presidente dell'Inps, secondo cui la sua proposta in materia previdenziale non prevede né il ricalcolo dell'assegno con il contributivo né una riduzione del 30 percento (ansa). Nonostante ciò i precoci continuano ad avere fiducia quasi esclusivamente su Damiano e la “sua” quota 41, l'unica soluzione da loro accettata. E voi state dalla parte di Damiano o credete alle parole di Boeri?