Probabilmente, la canalizzazione delle risorse finanziarie a favore della cancellazione della tassa sulla prima casa, ha orientato il governo Renzia rimandare la riforma del sistema previdenziale a data da destinarsi. Questo ha creato molti malumori tra le forze sindacali e tra gli stessi lavoratori che cercano di fare sentire la propria voce tramite social network o e-mail indirizzate ai membri dell'esecutivo. La cosa certa, per il momento, è che, a partire dal prossimo anno, le donne lavoratrici che svolgono attività lavorativa nel settore privato, secondo quanto previsto dal ricalcolo relativo alle aspettative di vita, si vedranno aumentare l'età per il pensionamento di vecchiaia di 1 anno e 10 mesi.

L'uscita dal lavoro sarà così fissata a 65 anni e 7 mesi.

Record negativo in Europa relativo ai limiti pensionistici

Il limite pensionistico evidenziato rappresenta un record negativo europeo, che si spera possa cambiare nel prossimo futuro. Infatti, da un'indagine avviata e conclusa dall'Unione Europea, si evince che, tra il 2014 e il 2020, l'età pensionistica delle donne italiane sarà più alta di due anni,rispetto alla media delle altre nazioni europee. Se non cambierà nulla in ambito previdenziale, anche nel 2016rimarrà l'opzione di lasciare il lavoro prima della pensione di vecchiaia, al raggiungimento dei 42 anni e10mesi, per gli uomini, un anno in meno per le donne.

Al vaglio del governo diverse proposte di modifica del sistema previdenziale

Tutti i lavoratori, a questo punto, aspettano una riforma del sistema previdenziale basato sulla flessibilità che abbassi, appunto, l'età pensionabile. Tra le varie proposte di modifica della Legge Fornero, c'è quella del presidente Inps, Tito Boeri, il quale prevede il ricalcolo contributivo degli assegni previdenziali oppure un taglio degli stessi di una percentuale consistente. Tutto questo tenendo in considerazione l'ostacolo relativo al reperimento delle risorse economiche. Un problema che non saràprobabilmente risolto con la prossima Legge di Stabilità.