Sindacati sul "piede di guerra" sulle misure per la flessibilità in uscita da inserire nella manovra finanziaria che vedrà la luce a metà ottobre in un autunno che sia preannuncia piuttosto caldo sul fronte sindacale e politico. Mentre annunciano una nuova mobilitazione unitaria il 24 settembre davanti a Montecitorio per sollecitare la settima salvaguardia degli esodati, i leader sindacali commentano le ultime novità in arrivo da Palazzo Chigi nell'ambito della proposte sulla riforma Pensioni che potrebbe arrivare a scaglioni, con le prime misure contenute nella legge di Stabilità, secondo le ultime direttive impartite dal premier Renzi ai ministri Poletti e Padoan che giovedì prossimo riferiranno alla Camera.

Pensioni, le proposte allo studio per la flessibilità

Ma "se è una flessibilità che peggiora - ha detto oggi il segretario generale della Cgil - e rende non autonome le persone rispetto al sistema previdenziale, è una flessibilità che non c'è. Non va bene - ha proseguito Susanna Camusso - se si tratta di gentili concessioni". "Credo sia all'ordine del giorno del paese - ha ribadito anche il segretario generale della Cisl - riformare la legge Fornero". Servono "risposte sulla flessibilità - ha aggiunto Annamaria Furlan - perché non si possono inchiodare al lavoro le persone fino a 66-67 anni, mentre - ha sottolineato la dirigente sindacale - abbiamo oltre il 40 per cento di disoccupazione giovanile".

"Bisogna reintrodurre la flessibilità in uscita", ha dichiarato oggi anche Domenico Proietti, segretario confederale Uil. "La via maestra da seguire - secondo il sindacalista - è quella di fare un range tra 62 e 67 anni dentro il quale i lavoratori scelgono - ha spiegato Proietti - come e quando uscire dal lavoro, anche in base - ha sottolineato il dirigente della Uil - alle diverse tipologie di lavoro svolto".

"Non desistiamo dalla protesta, anzi - ha dichiarato il segretario confederale dell'Ugl, Ornella Petillo - alzeremo il tiro se il governo non rispetta la legge. Il Fondo esodati è un diritto acquisito - ha aggiunto oggi al termine del presidio al Mef per gli esodati, il governo non può trattare gli esodati e le donne in questa maniera.

I soldi ci sono - ha sottolineato la dirigente sindacale - e devono essere usati per il fine al quale sono stati destinati".

Intanto, tra le ricette per la riforma pensioni che si susseguono in queste ore, anche quella dell'economista e parlamentare del Pd Carlo Dell'Aringa che, in un colloquio con Labitalia, propone di ridurre lo "scalino" della Fornero per le donne garantendo un "anticipo" sul trattamento previdenziale, sotto forma di prestito pensionistico da parte dello Stato. Operazione che non potrebbe però essere estesa a tutti ma che andrebbe ristretta solo a uomini e donne che hanno perso il lavoro e quindi si trovano in "difficoltà occupazionali" . "Se vogliamo affrontare il tema della riforma pensioni - ha detto invece il deputato di Sel, Giorgio Airaudo - dobbiamo farlo seriamente.

Si tratta - ha spiegato a margine della manifestazione dei sindacati sotto al ministero dell'Economia - di ridurre l'età pensionabile". Secondo Airaudo occorre fare una distinzione fra fare tipologie di lavoro "e non di dire - ha aggiunto criticando le ultime proposte allo studio da Palazzo Chigi - che si può andare in pensione con la flessibilità pagandosela i lavoratori. Perché i lavoratori ­- ha evidenziato il deputato di Sel - hanno già pagato quei contributi e sono soldi loro".