La riforma della Buona Scuola continua a tenere banco qui in Italia con le polemiche derivanti dai contenuti, ritenuti incostituzionali dall'opposizione del Governo Renzi. Anche in Francia è tempo di riforma dei programmi della Scuola e la giovane ministra dell'Education nationale annuncia una novità importante, o meglio un 'ritorno inatteso,' quello alla scrittura e al dettato quotidiano.

La riforma della ministra francese Najat Vallaud-Belkacem è stata resa nota attraverso una lettera che l'esponente politico d'oltralpe ha scritto al celebre quotidiano 'Le Monde'.

Il punto focale della riforma è di quelli che fanno riflettere, un passo indietro rispetto al processo di globalizzazione che ha permeato il processo educativo: 'I programmi di storia sono stati rielaborati in questa riforma allo scopo di non eludere nessuno dei passaggi fondamentali: il cuore degli insegnamenti della scuola elementare sarà l'insegnamento della storia francese'.

Un ritorno alla storia ma anche al dettato, alle tradizioni di un tempo. Dal 2016, infatti, tornerà obbligatorio in Francia quell'esercizio secondo il quale l'alunno deve scrivere a mano mentre il proprio insegnante detta, quella cosa, secondo la quale lo studente è chiamato a comprendere e a sapere come si scrive quella parola.

Dettato nelle scuole francesi dal 2016: e in Italia?

Il noto quotidiano 'La Stampa' ha commentato la decisione del governo francese di ripristinare il dettato nelle scuole elementari. A questo proposito, l'ex sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria ritiene che anche qui in Italia dovremmo seguire lo stesso esempio, oltre al ripristino dell'esame di quinta elementare.

Lo scrittore Raffaele Mantegazza si dichiara assolutamente d'accordo sul recupero di quelle forme di rigore sensato rappresentate dal dettato ma anche per esempio dal conoscere e poesie a memoria: tutti quegli esercizi che costituiscono una forma di pensiero sequenziale di cui i ragazzi di oggi avrebbero tanto bisogno.

In realtà si parla di giovani studenti, ma ascoltando ciò che viene detto in televisione o alla radio, molti dei nostri lettori avranno riscontrato che i suddetti esercizi farebbero bene anche a coloro che interpretano il ruolo di comunicatore, persino ai giornalisti, ai conduttori televisivi, persino, perchè no, agli onorevoli.

Qual è la vostra opinione in merito? Secondo voi anche la scuola pubblica italiana dovrebbe seguire l'esempio di quella francese? Chi di voi è insegnante e continua tuttora a includere il dettato o esercizi simili nel programma didattico?