Quasi la metà del costo del piano straordinario delle immissioni in ruolo disciplinato dalla legge 107/2015 del Governo Renzi tornerà nelle casse dello Stato in forma di tasse. E’ quanto si legge dalla Nota di aggiornamento al Documento economico finanziario (Def) per il 2015 disposto il 18 settembre passato che ritocca il quadro della finanza statale deliberato ad aprile. Infatti, per il costo medio di 1,8 miliardi di euro per gli stipendi, l’Esecutivo conta di recuperarne la metà tramite il fisco.
Premi di merito e bonus Buona scuola a docenti e presidi: quante saranno le imposte?
Lo stesso calcolo si può fare per i 200 milioni di euro stanziati dalla Buona scuola per il merito degli insegnanti: 102 milioni torneranno indietro grazie alle accresciute entrate erariali. Ma solo a partire dal 2016, perché per il 2015 il Def non prevede alcun premio. In media, quindi, considerando la Tavola A4 di pagina 88 della Nota di aggiornamento, gli importi che verranno decisi dai dirigenti scolastici a favore di una parte dei docenti, quella più apprezzata, subiranno una decurtazione che supera la metà dell’importo stesso.
Verranno colpiti anche i presidi: per loro sono previsti 400 euro mensili di merito, ma la metà dovranno restituirla.
Fino al termine del 2015, su questa voce, a fronte di un esborso di 12 milioni, il Fisco recupererà la metà; nel 2016 la spesa per il bonus ai presidi sarà di 81 milioni, comprensivo del premio una tantum di 7 mila e 500 euro, ma il recupero in tasse sarà di 39 milioni di euro. Per il 2017 premi e imposte saranno, nell’ordine, 49 e 24 milioni di euro, mentre per il 2018 e 2019, con la riforma scolastica a pieno regime, lo Stato spenderà 35 milioni per recuperarne 17.
Docenti della scuola e neoassunti: la metà degli stipendi restituito in forma di imposte
Italia Oggi ha proceduto a fare i conti di quanto lo Stato italiano recupererà delle risorse impiegate nella Scuola: le nuove assunzioni dell’anno scolastico 2015-2016 costeranno all’erario 544 milioni fino alla fine dell’anno. Poco meno della metà, ovvero 264 milioni, verrà recuperata grazie ai tributi applicati nella busta paga dei neoassunti.
Per il prossimo anno, i neoimmessi in ruolo costeranno allo Stato 1.828 milioni di euro, ma il fisco riuscirà a recuperarne 887; per il 2017 le uscite saranno nell’ordine di 1.839 milioni e le entrate fiscali ammonteranno a 892 milioni; nel 2018 gli stipendi saliranno a 1.879 milioni per una imposizione fiscale totale di 911 milioni, mentre nel 2019 entrate e tassazione saranno, rispettivamente, di 1.916 e 929 milioni.