Sul bonus di 500 euro ai docenti si è aperta una polemica tra fautori e oppositori sui social. Su Tecnica della Scuola si portano testimonianze prese dal web di docenti che disapprovano la misura enfatizzata dallo stesso Renzi con un post su facebook. Anzi, c'è chi si è spinto persino a dire che il post sia inventato e che non esista nessun fantomatico professore umbro di nome Giovanni. E' solo una trovata pubblicitaria funzionale a mantenere salda la barra di comando verso la privatizzazione completa della scuola pubblica. Un modo per saggiare la reale quantità di docenti acquistabili.

Partito ufficialmente lunedì 19 ottobre 2015 il bonus di 500 euro ai docenti, dopo appena 48 ore ha già innescato la rivolta.

Le reazioni della categoria

Lo sdegno dei docenti per quella che viene considerata come un'elemosina e niente di più si manifesta con libertà di spendere i soldi come si crede senza accettare imposizioni dall'alto.Una insegnante si è spinta a dire che ha bisogno di una mammografia di controllo, ma il bonus non può essere impiegato per questo e pertanto non lo vuole e lo terrà fermo in conto, sempre che non si trovi il modo per restituirlo. In questi interventi c'è tutto l'orgoglio di una intera categoria che rifiuta l'elemosina di Renzi e rivendica la libertà di insegnamento.

Ivana parla apertamente di ricatto: ti aggiorni come dico io e spendi i soldi dove indico io ma questo è inaccettabile. E' questa la sintesi che la docente fa del bonus di Renzi.

Più soldi in busta paga

C'è anche chi si scaglia contro chi si è venduto per questi 500 euro, accusando i colleghi di aver venduto il voto a chi oggi promette Pc, smartphone e tablet per mantenere il potere.

Non può costare così poco l'orgoglio e la dignità degli uomini, senza vedere quale inganno si nasconda dietro questo triste baratto. La legge di Stabilità con la chiamata diretta dal 2017 contiene la parte dedicata a gli aumenti contrattuali talmente irrisori da non compensare quanto è stato perso per ferie non godute e mai pagate in misura congrua. I docenti non cadano in questo tranello e tornino a manifestare con forza contro questa legge 107 che sta uccidendo l'insegnamento.