Proseguono le discussioni intorno alla questione previdenziale: molti i nodi ancora irrisolti dalla Legge di Stabilità che verrà formalmente presentata oggi in Parlamento. Tra i grandi assenti vi è certamente il delicato tema della flessibilità in uscita che va chiaramente ad alimentare i malumori dei lavoratori precoci che confidavano in Legge di Stabilità fosse introdotto il Ddl Damiano-Baretta che avrebbe permesso loro di uscire con il meccanismo della Quota 41. Per il momento, come confermato anche ieri da Polettipresente in studio da Floris su La 7, l'unica cosa che verrà presentato è la flessibilità col part time.

Per qualsiasi altra misura toccherà attendere, siintende dal discorso fatto,'tempi migliori' , solo dopo accurate valutazioni si cercherà di comprendere se e come agire in un secondo momento sulle uscite flessibili.

Ultime news Pensioni lavoratori precoci e flessibilità: notizie aggiornate al 21/10

Sebbene Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro, abbia detto che la Legge di Stabilità "non è un totem, ed è modificabile", in realtà difficilmente il Governo, stando alle ultime parole pronunciate ieri da Poletti in diretta a 'Di Martedì', cambierà idea aggiungendo misure a favore della flessibilità in uscita e dunque dei lavoratori precoci. Non resta dunque che confidare, vistaanche l'apertura del Premier Renzi nel voler riaffrontare la questione previdenziale nei primi mesi del 2016, in un disegno di legge collegato.

La principale proposta sul tavolo, molto ambita dai lavoratori precoci, resta quella del Ddl 857 che permetterebbe di accedere alla pensione a partire dai 62 anni e 35 di contributi a fronte di una penalizzazione del 2% annua per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 attualmente richiesti. Il Ddl Damiano-Baretta comprende anche la proposta della Quota 41 come "asticella contributiva giusta" per permettere ai precoci di accedere alla pensione senza alcuna penalizzazione dopo aver già lavorato 41 anni, indipendentemente dall'età anagrafica del richiedente.

La Lega ha proposto anche la Quota 100 intesa come somma tra età anagrafica e contributiva, ma non tutti i lavoratori precoci sembrano soddisfatti di tale sistema. Molti dicono, commentando la proposta della Quota 100 (58 età o 35 di contributi), che il sistema delle quote potrebbe anche andare bene, ma senza alcun limite anagrafico. In quanto taluni rischierebbero di dover lavorare, per raggiungere il limite dei 58 anni, almeno 42 /43 anni.