Novità poco positive per la riforma delle Pensioni: lavoratori precoci che rischiano ancora di essere bastonati alla luce delle ultime notizie di oggi, 6 ottobre 2015. La flessibilità in uscita, tanto invocata negli ultimi mesi, rischia infatti di saltare. Il governo Renzi avrebbe difficoltà ad individuare le adeguate risorse finanziarie, stretto tra la necessità di garantire i tagli alle tasse sulla casa di cui si è detto. La questione fiscale è quella che sta più a cuore al Premier unitamente al canone Rai di cui abbiamo scritto.

Riforma pensioni 2015, novità catastrofiche: addio flessibilità?

Dando per scontato che sarà trovata una soluzione per la settima salvaguardia degli esodati (anche se non c’è da star tranquilli fin quando le promesse non diventano Legge dello Stato) e considerando che l’opzione donna sarà verosimilmente prorogata per attutire gli effetti dell’aumento dell’età pensionabile previsti dalla riforma pensioni Fornero, per il resto c’è davvero poco da essere speranzosi. Dal Palazzo stanno valutando tutte le ipotesi per anticipare il pensionamento dei lavoratori precoci ma tutte si scontrano contro un duplice muro: quello finanziario, nella maggior parte dei casi (come la quota 41), o quello del consenso, visto che interventi spot potrebbero essere addirittura controproducenti per la reputazione del governo Renzi e del Pd.

Secondo quanto circolato nelle ultime ore, si starebbe tentando di raggiungere un accordo con la minoranza Dem che impegnerebbe l’esecutivo, con una legge delega, ad attuare la riforma delle pensioni: tradotto nessuna novità sulla riforma, rinvio tutto all’anno prossimo.

Se la notizia fosse vera, assisteremmo all’ennesimo compromesso al ribasso della minoranza interna del PD che si sfalda in ogni occasione in cui può far sentire la sua voce (vedi riforme costituzionali). Le tanto attese novità sulla flessibilità in uscita per le pensioni dei lavoratori precoci, dunque, slitterebbero al 2016 con l’ennesimo tira e molla che si prospetta dietro l’angolo.