Con la prima bozza della legge di Stabilità dal Governo Renzi sono state introdotte importanti novità in tema di Pensioni anticipate: viene confermata per il 2015 la cosiddetta “Opzione Donna”, oltre alla possibilità per chi ha già compiuto 63 anni di scegliere l’orario part time anziché il tempo pieno.
Opzione Donna nella Legge di Stabilità 2016: ecco le ultime
Con l’Opzione Donna, le lavoratrici rinuncianoad una parte dell’assegno per andare in pensione prima. Considerando che l’età pensionistica è fissata attualmente a 63 anni e nove mesi e si innalzerà fino al 2018 con l’obiettivo di raggiungere quella prevista per gli uomini, alle donne non resta che scegliere l’opzione prevista dalla Legge 243 del 2004, confermata fino a tutto il 2015.
Le lavoratrici dovranno avere un’età di almeno 57 anni (le autonome 58 anni), 35 anni di contributi versati ed accettare che il proprio assegno pensionistico venga ricalcolato interamente con il metodo contributivo; sembra che i tre mesi aggiuntivi possano essere tolti.
Dalla prima stesura della Legge di Stabilità 2016 si apprende che l’Opzione Donna potrà essere scelta anche dalle lavoratrici che matureranno i requisiti prima del 31 dicembre 2015, quantunque l’inizio della trattamento pensionistico sia successivo a questa data.
Quanto si perde con il ricalcolo contributivo dell’Opzione Donna?
La domanda delle donne che hanno i requisiti per la scelta dell’Opzione Donna è ovvia: quanto si perde di assegno pensionistico ricalcolandolo con il contributivo?
Il quotidiano economico Italia Oggi ha risposto a questo quesito.
Non è possibile fornire una risposta che accomuni tutte le lavoratrici, ma bisogna considerare caso per caso. In ogni modo, dire che il taglio dell’assegno si attesta tra il 20 ed il 30 percento è la realtà e deriva dal calcolo fatto sia sul periodo di contribuzione successivo al 31 dicembre 1995 che a quello antecedente.
Per il primo, occorre considerare il 33 percento delle retribuzioni con il quale si forma la massa contributiva. A quest’ultima va applicato il coefficiente di trasformazione relativo all’età.
Per i contributi versati prima del termine del 1995, invece, occorre prendere in esame l’aliquota media dei contributi pagati negli ultimi 10 anni prima dell’opzione (nel 2014 l’aliquota è del 32,91 percento) e riproporzionare su di essa le aliquote sulle quali è stato fatto il calcolo. E’ un sistema complicato che riduce sia l’anzianità e la massa contributiva e che merita un’attenta valutazione delle lavoratrici.