Mentre il Governo Renzi analizza le diverse opzioni di flessibilità da poter introdurre nella manovra finanziaria, cinque strade per anticipare il pensionamento sono già previste nel Jobs act ma non per tutti i lavoratori. Con la riforma del mercato del lavoro, infatti, ripescando la staffetta generazionale, si consente l'uscita anticipata dal lavoro in maniera più flessibile rispetto a quanto prevede sull'età pensionabile l'attuale legge sulle Pensioni. Con il contratto di solidarietà espansiva, che prevede nuove assunzioni nelle aziende, i lavoratori vicini al pensionamento avranno la possibilità di accedere all'orario di lavoro part-time e cominciare a prendere una parte dell'assegno previdenziale o di accedere due anni prima al trattamento previdenziale.

Pensione anticipata, le cinque strade del Jobs act per 'dribblare' la Fornero

Queste due delle 5 strade per la pensione anticipata di cui si occupa in maniera approfondita Il Sole 24 Ore oggi in edicola con un articolo di Matteo Prioschi e Fabio Venanzi. Tra le novità del Jobs act già in vigore la possibilità di optare per la pensione anticipata riconosciuta ai lavoratori dipendenti che hanno almeno venti anni di contributi e ai quali manca solo due anni dal raggiungimento dei requisiti anagrafici utili per il pensionamento. Dall'opzione donna ai lavori usuranti fino agli esuberi e al gioco delle quote, diverse le possibilità per "dribblare" le attuali norme pensionistica.

Riforma del lavoro, più spazio anche al mix tra part-time e prepensionamento

Dunque, a prescindere dal cantiere aperto dal governo sulla questione previdenziale, in diversi casi sono molti i lavoratori e le lavoratrici che possono andare in pensione prima. Oltre ai prepensionamenti legati ai contatti di solidarietà ci sono quelli legati, in estrema sintesi, alla quantità dei contributi previdenziali versati, l'opzione "speciale" per le donne, il "gioco delle quote" per la pensione dei lavoratori impegnati in lavori usuranti e infine quella del bonus di quattro anni sugli esuberi.

Queste alcune delle novità su lavoro, imprese e previdenza mentre l'esecutivo continua a studiare le diverse ipotesi di riforma pensioni per correggere in qualche modo i guasti provocati dalla legge Fornero. Ancora disattese, su questo fronte, le promesse del governo, i sindacati sono sul piede di guerra, già annunciata la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil dal 5 al 15 ottobre.