Le principali sigle sindacali del nostro Paese hanno deciso di fare nuovamente fronte comune contro la legge Fornero.Cgil, Cisl e Uil si avviano verso una nuova mobilitazione contro i blocchi all'ingresso nelle tutele di welfare dell'Inps, causate dall'improvviso e repentino inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi di pensionamento avvenuto nell'ormai lontano 2011. Un evento che ha causato di fatto un largo e diffuso disagioin moltissimi lavoratori e disoccupati in età avanzata, con l'aggravio che dopo quattro anni ancora non è stata fornita una soluzione definitivaper garantire l'accesso alla pensione.

"È urgente un intervento strutturale di modifica della legge Fornero, che abbassi l'età di accesso alla pensione, reintroducendo una vera flessibilità in uscita e intervenendo sui lavoratori precoci" spiegano i sindacati all'interno del comunicato con cui si annunciano i nuovi presidi di protesta, specificando come un tale intervento possa agire anche "per favorire il turn over, quindi per incrementare l'occupazione giovanile".

Pensioni: sindacati indicono una nuova protesta dal 5 al 15 ottobre

Stante a situazione, i rappresentanti dei lavoratori hanno deciso di indire una nuova protesta davanti a tutte le Prefetture a partire dalla giornata di domani e fino al prossimo 15 del mese corrente. I presidi opereranno in favore dei già citati lavoratori precoci, ma anche "della settima salvaguardia per ii lavoratori esodati" e per l'opzione donna, visto che questi due provvedimenti sono immediatamente realizzabili tramite gli accantonamenti del Fondo esodati, senza dover reperire nuove risorse nel bilancio pubblico.

Ma tra le rivendicazioni vi sono anche gli "errori più macroscopici" dell'ultima riforma previdenziale, a partire dalla situazione vissuta dai macchinisti e dai quota 96 che lavorano nel comparto dell'istruzione pubblica. Soggetti, quest'ultimi, tagliati fuori dalle tutele per un errore del legislatore, nonostante avessero già maturato formalmente il diritto alla quiescenza.

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