"Abbiamo recuperato la settima salvaguardia, che per noi è l'ultima: ci sono 32 mila nuovi salvaguardati, arriviamo a 170 mila, l'obiettivo stimato inizialmente", lo ha confermato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti secondo il quale il settimo provvedimento di salvaguardia contenuto nella legge di stabilità 2016 potrebbe essere l'ultimo al finegarantire una copertura previdenziale alla categoria di persone rimasta penalizzata dalla Legge Fornero.
Salvaguardia per circa 32 mila lavoratori
Come riporta il sito d'informazioni "Pensioni Oggi", la nuova manovra prevede una nuova misura di tutela per circa 26.300 esodati.
A questi si aggiungono altri 5 mila lavoratorigià certificati nei sei precedenti provvedimenti di tutela. Ci sono lavoratori che pur avendo perso l'occupazione si ritrovano ancora lontani dalla soglia pensionistica e di conseguenza non ricevono nessuna copertura previdenziale. Per questo motivo, molti lavoratori vorrebbero usufruire del pensionamento secondo le vecchie regole. "Ma non posso essere le norme sugli esodati a far scardinare la norma Fornero", continua ancora il ministro Poletti.
Come anticipato più volte, il delicato tema riguardante la flessibilità in uscita potrebbe essere ripreso a partire dal 2016 dopo che il Premier Matteo Renzi ha deciso di rinviare l'argomento sulle pensioni flessibili per evitare di creare ulteriori "danni".
Il ministro del Lavoro Poletti, intanto, ha confermato la volontà di riaprire il caso nel 2016 facendo una nuova proposta che possa risolvere il problema. " Qualsiasi soluzione sul tema deve essere sostenibile dal punto di vista sociale e che stia dentro il bilancio pubblico", ha ribadito.
Introduzione del part-time dal 2016
Resta ancora in bilico l'argomento sull'introduzione del part-time per i lavoratori ai quali mancano non più di tre anni al pensionamento. Quindi, secondo a quanto specificato su "Pensioni Oggi", un lavoratore che entro il 2018 matura i requisiti per la pensione di vecchiaia potrebbe accedere al part-time.
Come sostenuto da Poletti, i finanziamenti potrebbero essere reperiti dall'estensione della mancata indicizzazione dei trattamenti pensionistici fino a 3 volte il minimo e, nel caso in cui non dovrebbero bastare, si potrebbe prorogare la rivalutazione delle pensioni superiori ai 2 mila euro netti.