Nella giornata di ieri sono stati resi chiari alcuni conflitti che riguardano la riforma delle pensioni 2015-2016 da parte del governo Renzi: da un lato, infatti, la Commissione Lavoro alla Camera ha licenziato il testo che prevede, tra le altre cose, la settima salvaguardia per gli esodati e il presidente Cesare Damiano ha richiesto all'esecutivo una relazione tecnica sul provvedimento entro 10 giorni; dall'altro, si è tornati a parlare di flessibilità in uscita con gli attacchi del solito Damiano e con le parole molto puntuali dell'onorevole Rizzetto, ex M5S e membro anch'egli della Commissione Lavoro.

Sul fronte esodati e opzione donna, il governo Renzi sta cercando di prendere altro tempo: le ultime proposte da parte del ministro Padoan sembrano essere rivolte ad una misura che contempli un accompagnamento alla pensione per tutti coloro che, vicini all'età pensionistica, si trovano ad aver perso il lavoro. In poche parole, il governo Renzi sarebbe disposto ad un provvedimento più ampio, ma che tutela meno il profilo specifico degli esodati. Nel frattempo, sembra di essere in un momento di campagna elettorale, con Matteo Renzi che, consapevole del fatto che l'elettorato storico del PD lo sta abbandonando, sta cercando di trovare una soluzione per riavvicinare gli italiani. La previdenza, però, rischia di essere la sua 'Caporetto'.

Damiano, Rizzetto e le ultime news sulla riforma pensioni 2015-2016 del governo Renzi

Cesare Damiano si è detto molto contento del testo che è stato licenziato in Commissione Lavoro, che prevede tre misure: la prima riguarda una salvaguardia per circa 2500 lavoratori, ferrovieri e della scuola, che hanno raggiunto la famosa Quota 96 entro il 2012; la seconda è rappresentata dalla settima salvaguardia per gli esodati con l'estensione del beneficio ad oltre 26000 lavoratori che si erano trovati a perdere il lavoro entro il dicembre 2011; la terza prevede lo stop alle penalizzazioni ai lavoratori che avevano ottenuto la liquidazione del proprio assegno pensionistico prima del compimento del 62esimo anno d'età.

Ma Cesare Damiano non si vuole fermare ed è tornato a parlare anche di riforma strutturale delle pensioni per il 2015-2016, sottolineando come la sua proposta di Quota 97 con l'8% di penalizzazione non soltanto prevede un costo basso ma permette anche dei risparmi a lungo termine (nei 18 anni di aspettativa di vita successivi al raggiungimento dei requisiti pensionistici).

Ma la questione sembra essere un'altra e, a sottolinearla, è l'onorevole Rizzetto, ex M5S. Il premier Matteo Renziinfatti ha deciso di opporsi all'Europa soltanto sul fronte della tassazione sulla casa tramite la cancellazione della TASI e dell'IMU sull'abitazione pricnipale, dimenticando completamente il tema della previdenza. Per Rizzetto si tratta di una mossa a fini elettorali che tralascia però i veri problemi dei cittadini italiani. Facendo alcuni calcoli molto semplici, per una famiglia di basso reddito che però possiede una casa, il risparmio sarebbe di poco più di una decina di euro al mese, cifra che, sicuramente, non può rilanciare i consumi e rimettere in moto l'economia. Lo stesso Landini ha sottolineato, infatti, come si tratti di una misura populista e favorevole soprattutto ai più ricchi.

La domanda da porsi è la seguente: gli italiani avrebbero preferito una riforma delle Pensioni per il 2015-2016 veramente strutturale e che mandasse in soffitta la legge Fornero o l'abolizione della tassa sulla prima casa per tutti, ricchi e poveri?

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