Riforma Pensioni sempre al centro del dibattito, con la Legge di Stabilità 2016 all'esame del Parlamento (da giovedì passerà al Senato): come ormai consuetudine riportiamo novità non positive. Come ha confermato il Ministro del Lavoro del governo Renzi, Giuliano Poletti, lo schema elaborato dal governo Letta per la rivalutazione pensioni con percentuali ridotte rimarrà anche dopo il 2016, anno originariamente previsto per la sua cessazione con ritorno al precedente metodo di calcolo per l'adeguamento della pensione al costo della vita. Il motivo?

Finanziare la proroga dell'Opzione Donnaa tutto il 2015, l'estensione della no-tax area per i pensionati, il part-time pensionistico, che sono i tre principali interventi in materia previdenziale contenuti nella Legge di Stabilità, quelli che dovrebbero essere l'antipasto della presunta riforma pensioni del governo Renzi in attesa l'anno prossimo della flessibilità in uscita.

Ultime notizie pensioni: rivalutazione pensioni 2016 con percentuali ridotte, estensione a tutto il 2018

Indicizzazione pensioni, o perequazione, vuol dire semplicemente il ricalcolo dell'assegno in modo da adeguarlo all'aumento del costo della vita, espresso ovviamente col tasso d'inflazione. Da sempre si evita un adeguamento della pensione "puro", nel senso che più l'assegno è alto e più si riduce la percentuale di tasso d'inflazione usato come moltiplicatore.

Lo schema di indicizzazione pensione elaborato a suo tempo dal governo Letta avrebbe dovuto essere valido ancora solo fino a tutto il 2016, ma il governo Renzi ha introdotto una clausola di salvaguardia nella Legge di Stabilità in modo che venga esteso a tutto il 2018. Queste le percentuali di rivalutazione:

  • adeguamento pensioni fino a tre volte il minimo INPS pari al 100% del tasso d'inflazione
  • al 95% per le pensioni tra 3 e 4 volte il minimo
  • tra 4 e 5 volte il minimo, indicizzazione pensioni al 75% dell'inflazione
  • tra 5 e 6 volte il minimo si scende al 50%
  • oltre 6 volte il minimo, la perequazione è al 45%

La "normale" rivalutazione, che a questo punto ritornerà solo dal 2019, prevede invece solo tre fasce e percentuali più elevate, fermo restando l'adeguamento al 100% per gli assegno fino al triplo del minimo (tra 3 e 5 volte il minimo, rivalutazione al 90%, poi al 75% oltre le 5 volte il minimo).

Ribadiamo che la Legge di Stabilità è ancora al vaglio del Parlamento e quindi le speranze di modifiche a tali norme c'è, ma sono speranze molto flebili visto che il premier Renzi ha detto in prima persona che non accetterà cambiamenti radicali alla Manovra, e il settore pensionistico è tra quelli principali per quel che riguarda le spese.

Ricordiamo inoltre che dal 2016 chi andrà in pensione prenderà un assegno inferiore, a parità di contributi versati, perchè per l'adeguamento all'aumentata speranza di vita il montante contributivo si riduce, ovvero gli stessi contributi valgono meno in quanto danno vita ad una pensione che viene teoricamente erogata per un periodo più lungo.