Dolore e polemiche per l’ultima tragedia consumatasi durante una gita scolastica. A volare giù dal sesto piano dell’Hotel Camplus Living Turro stavolta è toccato a Elia Barbetti, studente diciassettenne della IV A del Liceo Enrico Fermi di Cecina (Livorno), a Milano per assistere all’Expo. Come Domenico Maurantonio, anche lui in gita scolastica per l’Expo, morto nello stesso modo il 10 maggio scorso. O come Anastasia Dakmili, ragazza greca in gita a Roma, caduta dal secondo piano dell’albergo dove alloggiava.
Tre casi negli ultimi sette mesi. Tanti.
Troppi. Perché poi la responsabilità, oltre al male, ricade sui docenti. Con una paradossale aggravante: non sono nemmeno pagati per andare in gita scolastica.
Gite scolastiche, perché i docenti rifiutano di accompagnare gli studenti
Un’indagine di Skuola.net riferisce che 1 insegnante su 3 si sottrae dall’accompagnare gli alunni in gita. Micaela Ricciardi, dirigente scolastico del Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, ribatte in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica: “La mia esperienza, invece, mi porta a dire che sono minimo 2 docenti su 3 a non voler andare in gita scolastica. Anzi, in molte scuole le gite sono ormai bandite”.
I motivi? Tanti. “Innanzitutto i professori della Scuola italiana sono stanchi, l’età media del corpo docente non è più giovane e in più non sono nemmeno pagati per andare in gita.
Tanti anni fa era assicurata la diaria che ora non c’è più e, paradossalmente, le responsabilità ricadono tutte su di loro”.
Gita, ragazzi fuori controllo: ‘I prof accompagnatori sono un po’ incoscienti’
Accompagnare gli studenti in gita significa avere a che fare con ragazzi fuori controllo. I compagni di classe di Elia hanno detto di non aver essersi accorti di nulla perché “storditi dagli alcolici e dalle canne”.
Saranno gli esami tossicologici a dirlo con certezza, ma quel che è stato ritrovato nella stanza da dove è caduto il ragazzo potrebbe confermare questa versione: cartine e bicchieri di plastica che fanno pensare a una sbornia generale notturna.
“E poi tocca agli insegnanti fare il giro delle camere alle tre di notte per controllare che tutto vada per il verso giusto – continua la Ricciardi – Il giorno dopo devono però essere al top per illustrare un museo”.
Trasgressione sì a quell’età, ma mancanza di educazione proprio no. Negli anni si è perso anche quel tacito patto secondo il quale “io prof ti accompagno in gita, tu studente non mi fai passare un guaio”.
“Oggi per andare in gita – conclude la dirigente – bisogna avere una lunga esperienza di viaggi o una particolare predilezione per il proprio lavoro. O ancora essere un po’ incoscienti”.