La Legge di Stabilità è arrivata alla Camera per la cosiddetta seconda lettura. A dire il vero più che la Legge di Stabilità, a Montecitorio è arrivato un nuovo documento, un maxi emendamento che ha di fatto sostituito la finanziaria nata il 15 ottobre. L’unica cosa che non è stata toccata durante la fase di discussione al Senato è il capitolo previdenziale, per il quale tutti i correttivi sono stati congelati e rimandati alla Camera. Il Presidente Boeri da una parte ed il Ministro Poletti dall’altra sono tra i più accaniti nell’elencare alcuni correttivi che vorrebbero inserire in Stabilità per correggere il capitolo pensionistico.

Boeri, ecco le sue verità sulla sua proposta

In una intervista rilasciata al quotidiano “il Sole 24 Ore”, il Presidente dell’InpsTito Boeri è tornato a parlare della sua proposta di flessibilità in uscita che è stata resa pubblica sul sito ufficiale del suo Istituto. Il Presidente ha spiegato che la pubblicazione è stata fatta subito dopo l’uscita della Legge di Stabilità proprio per confermare le proposte che il Governo evidentemente non ha recepito. Secondo Boeri, il problema non è solo finanziariamente rilevante, come lo vuole far passare il Governo, ma è anche socialmente importante. Il mondo delle Pensioni deve essere più equo e per farlo diventare così bisogna per forza tagliare le pensioni più ricche.

Su questo punto, Boeri respinge al mittente le accuse dei delatori della sua proposta che parlano di tagli anche a pensioni da 2.000 euro al mese. Il Presidente su questo punto è chiaro, i tagli sarebbero soltanto per una platea di 250mila pensionati rispetto agli oltre 16 milioni totali a carico dell’Inps. Le pensioni sotto i 3.500 euro non vengono nemmeno sfiorate dai paventati tagli.

Inoltre, fino a 5.000 euro, più che di taglio agli assegni, si tratta di blocco alle indicizzazioni, di mancati aumenti legati all’inflazione. Sempre secondo il Presidente, bisognerebbe tagliare anche i vitalizi, ed è proprio su questo punto che gli oppositori della sua proposta sono più agguerriti.

Giovani al lavoro e 70enni in pensione

Il Ministro Poletti, in un incontro tenutosi a Napoli, ha elogiato l’operato del Governo e di quanto già inserito nella Legge di Stabilità. Secondo Poletti, deve prendere forma l’istituto dell’invecchiamento attivo, dell’uscita graduale dal mondo del lavoro perché aumentando l’aspettativa di vita è naturale che una persona stia più a lungo al lavoro, ma è altrettanto logico che la forza lavoro varia con l’aumentare dell’età del lavoratore. Il part-time pensionistico è indicativo del pensiero del Ministro del Lavoro ha detto testualmente che stare a casa metà del tempo, percepire il 655% dello stipendio e ricevere alla fine la pensione per intero è un primo passo per iniziare ad abbandonare il lavoro e permettere ai giovani di poter dare vita al rinnovo generazionale. Proprio su questo punto, il Ministro non ammette repliche dicendo che non è possibile tenere a casa i giovani, disoccupati e senza lavoro e lasciare a lavorare ultra settantenni.