Il tema delle Pensioni è sempre di strettissima attualità su tutti i tavoli, soprattutto dopo il varo della Legge di Stabilità che non ha prodotto alcuna riforma. La flessibilità in uscita è ferma alla ventina di proposte primaverili che, per il momento, sono state accantonate. I provvedimenti nel campo della previdenza che sono stati inseriti nella Legge di Stabilità sono pochi e lasciano dubbi e perplessità. Sull’argomento è importante l’ennesima presa di posizione del Presidente dell’Inps, Tito Boeri. In un intervento televisivo, il Presidente ha parlato di pensioni e non solo, ma nel frattempo, le statistiche dicono che gli over 55 sono sfiduciati.

Vitalizi ai politici da tagliare ed esodati fantasmi

Un punto su cui il pensiero di Boeri si fa sempre più duro è il taglio ai vitalizi dei politici. Secondo il n° 1 dell’Inps, vitalizi di quasi 100mila euro annui sono uno sproposito, soprattutto alla luce dei contributi effettivamente versati dai politici durante gli anni in cui hanno prestato la loro attività. I tagli necessari di cui parla Boeri, raggiungono anche il 50% e riguardano anche i dirigenti di società che percepiscono trattamenti pensionistici di gran lunga superiori ai contributi che hanno versato durante la loro attività lavorativa.Critico anche il commento sulla settima salvaguardia esodati che è inserita nella manovra finanziaria del Governo.

Innanzi tutto, questo provvedimento non copre tutta la platea di lavoratori colpiti dalla legge Fornero. I numeri delle precedenti salvaguardie parlavano di oltre 46mila soggetti lasciati fuori da qualsiasi tutela, mentre con la nuova, si stima di salvaguardarne solo 25mila. Per Boeri inoltre c’è una platea di esodati che non risultano negli elenchi in mano all’Esecutivo.

In queste liste infatti entrano solo i lavoratori che hanno perso il lavoro per la grave crisi e che dopo accordi con le aziende (di dimensioni medio-grandi), hanno finito di percepire gli ammortizzatori sociali accordati. Gli assenti invece, sono tutti quei lavoratori dipendenti di aziende di piccole dimensioni che hanno perso il lavoro e basta, senza aver beneficiato di casse integrazioni, mobilità ed altri ammortizzatori sociali in deroga.

Over 55, i più sfiduciati e disperati d’Europa

Perdere il lavoro è sempre un problema, figuriamoci a 55 anni e soprattutto senza alcuna tutela. Ecco il genere di lavoratori a cui fa riferimento Boeri e sui quali uno studio dell’Ipsos, un’importante istituto di statistica, è allarmante. Infatti, secondo l’edizione 2015 del Barometro-Edenred dell’Ipsos, gli italiani tra i 55 ed i 64 anni sono i più sfiduciati d’Europa. I risultati del sondaggio, collocano l’Italia negli ultimi tre posti sia come condizione e soddisfazione del proprio posto di lavoro che come speranza di andare in pensione. Ne consegue che gli italiani sono poco motivati ad andare a lavoraree sono poco speranzosi quando pensano alla pensione.

Anche alla luce di questo generale malessere e malcontento che Boeri spinge per preparare subito una forma di flessibilità pensionistica, che consenta di andare in pensione prima anche rinunciando ad una quota di pensione. È evidente che chi va a lavorare sfiduciato, probabilmente sceglierebbe la pensione prima, anche a costo di rimetterci un po’. Allo stesso tempo, più gente va in pensione, più posti di lavoro si creerebbero e si attuerebbe il ricambio generazionale di cui tanto si parla.