Il numero uno dell'Inps Tito Boeri è tornato a criticare aspramentel'operato del Governo Renzi in tema di Riforma Pensioni. Il Presidente dell'istituto di Previdenza intervistato in diretta nel talk show 'In Mezz'ora' condotto da Lucia Annunziata ha espresso tutte le sue perplessità sull'attuale 'minima' riforma pensionistica inserita nella Legge di Stabilità. L'economista ha incalzato il Governo Renzi sulla necessità di introdurre forme di flessibilità in uscita prima del 2016 ed ha ribadito l'importanza di agire su chi percepisce di più al fine di ristabilire un minimo di equità sociale.
Ridurre del 50% i vitalizi di coloro che percepiscono oltre 80-85 mila euro l'anno, dovrebbe essere una delle prossime azioni del Governo, solo così, chiosa fermamente Boeri, si potrebbe ridare credibilità alla scena politica e ridistribuireun minimo di equità. Inoltre restadoveroso risolvere il nodo critico di quanti, over 55, sono rimasti senza lavoro e rischiano di aumentare inesorabilmente la platea dei 'nuovi poveri' e cercare delle soluzioni definitive per gli esodati. Quella attualmente proposta dal Governo Renzi in Legge di Stabilità, puntualizza il numero uno dell'Inps, è insufficiente perché lascia fuori ancora 20.000 soggetti. La settima salvaguardia porta con sé ulteriori 'strascichi' ancora non risolti.
Ultimenews pensioni, Boeri: è tempo di fare seriamente
Tito Boeri intervistato su Rai Tre non ha alcun dubbio,è necessario agire da subito per giungere ad un' ultima riforma delle pensioni', che tenga conto dei contributi versati e dia maggiore equità al sistema pensionistico italiano. Per farlo, sottolinea Boeri, sarebbe importante, anche e soprattutto a livello simbolico, che venissero 'tagliati' in modo cospicuo i vitalizi di quanti percepiscono somme superiori a 80 mila euro l'anno lordi, si tratterebbe di agire su una platea ristretta.
"Il taglio sarebbe progressivo: più alto è il vitalizio più alta è la percentuale di taglio".La parte più consistente dei risparmi si otterrebbe, invece,dal taglio delle pensioni più alte dei lavoratori 'normali', si tratterebbe in buona sostanza di revisionale al 'ribasso' il coefficiente di trasformazione, che ha consentito ad alcuni di accedere a delle pensioni 'privilegiate' rispetto a quanto effettivamente versato.
Questo taglio progressivo consentirebbe maggiore equità sociale e un risparmio notevole per lo Stato che potrebbe impiegare tali risorse in misure a favore della flessibilità in uscita.
Secondo Boeri la logica intrinseca all'uscita anticipata dovrebbe essere quella di consentire a quanti vogliano accedere prima alla pensione, enon abbiano però assegni troppo bassi, di poterlo fare rinunciando ad un 3% per ogni anno di anticipo. I soldi risparmiati dalle pensioni più alte dovrebbero poi servire, stando al Piano Boeri, a finanziare alle tre proposte: reddito minimo over 55 disoccupati, integrazione da parte dello Stato per quelle pensioni che non raggiungono i 500 euro,rendere meno cara la ricongiunzione dei contributi.Serviranno queste proposte di Boeria convincere il Governo Renzi ad introdurre forme di flessibilità, oltre il part-time over 63, già nella Legge di Stabilità o nonostante tutto se ne parlerà solo nel 2016?