Prosegue il dibattito in Parlamento sulla riforma del sistema previdenziale italiano. Intanto, nelle scorse ore, è stato diramato il documento che mette in evidenza la proposta di riforma fatta dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), lo scorso mese di giugno. Questo testo è stato diffuso ora affinché il governo Renzi possa recepire quanto contenuto al suo interno in questo periodo in cui si sta discutendo in Senato la Legge di Stabilità.

Flessibilità nel rapporto di Boeri

Argomento principale trattato nel documento è quello della flessibilità del sistema pensionistico italiano.

Si propone la possibilità per tutti i lavoratori di lasciare il lavoro al raggiungimento dei 63 anni e 7 mesi, insieme al versamento di 20 anni di contributi e con una penalizzazione dell'assegno previdenziale variabile che non superi però il 10 percento. Si mette inoltre in evidenza una 'protezione sociale' per tutti i lavoratori al di sopra dei 55 anni, al fine di garantire un sostegno economico anche in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare. L'articolo 1 del pacchetto presentato da Boeri prevede un reddito minimo garantito di 500 euro mensili per tutte quelle famiglie, dove è presente almeno un ultracinquantacinquenne, in condizioni di disagio economico.

Boeri: 'Proposta sostenibile per le casse dello Stato'

Sono questi i punti fondamentali del rapporto dell'INPS, diramato in queste ore. Tito Boeri, presidente dell'Istituto di previdenza in questione, evidenzia che si tratta di una proposta assolutamente sostenibile per le casse dello Stato, oltre ad essere equa dato che mette in equilibrio la previdenza e l'assistenza, fatto sempre molto discusso ma mai attuato.

Inoltre, quanto proposto da Boeri, non aggraverebbe il bilancio pubblico, nel medio-lungo periodo. Altro punto da evidenziare, considerato in questo documento è la stretta sui trattamenti assistenziali per tutte quelle persone che non sono più residenti in Italia. Il piano Boeri si concentra anche sulle Pensioni elevate, quelle superiori ai 5.000 euro lordi al mese.

La proposta del numero uno dell'INPS prevede un contributo equo da parte dei pensionati in questione con il ricalcolo contributivo delle loro pensioni. Per gli assegni compresi tra 3.000 e 5.000 euro al mese viene richiesto un contributo che verrà dilazionato nel tempo.