La Legge di Stabilità ieri 20 novembre ha ricevuto il voto favorevole del Senato ed adesso sarà valutata dalla Camera nella consueta seconda lettura. A dire il vero il voto ha riguardato il maxi emendamento che ha recepito le modifiche prodotte dalla Commissione Bilancio del Senato che ha completamente sostituito il testo della Legge nata il 15 ottobre. Il Governo ha scelto di chiedere la fiducia su questo emendamento che per la verità ha rimandato le modifiche del capitolo Pensioni, statali e meridione, alla discussione successiva alla Camera.
Su questi punti sembra che Governo e Maggioranza abbiano le idee chiare, tanto è vero che sembra ci sia già un elenco di mini interventi che saranno inseriti nella Legge di Stabilità ora che è allo studio a Montecitorio.
Capitolo previdenziale, cosa c’è di nuovo?
Al Senato il tema delle pensioni non è stato affrontato o meglio è stato tutto rinviato.Sembra certo che alla Camera, una modifica riguarderà i lavoratori che sono andati in pensione prima del 2015 e che hanno subito un taglio di assegno anche del 2%. Si cercherà di porre rimedio a questa discriminazione prodotta dalla Legge Fornero ed equiparare questi pensionati a quelli nuovi che dal 1° gennaio 2015 non subiscono alcuna penalità. Sempre per ridurre al minimo la rigidità imposta dalla Fornero e dalla sua riforma delle pensioni, gran parte del PD spinge per inserirein Stabilitàuna sorta di flessibilità pensionistica sperimentale.
Si lavora sulla possibilità di mandare le persone in pensione anticipata con piccole decurtazioni di assegno in virtù del fatto che la si percepisce con diversi anni di anticipo. Questo è il punto più difficile da portare a termine per via delle carenze di coperture finanziarie, ma il Governo ha promesso di mettere mano alla flessibilità nei primi mesi del nuovo anno con un intervento mirato.
In questo senso un ordine del giorno prodotto dalla Commissione Lavoro del Senato è stato recepito ed accolto dal Governo che quindi si è impegnato a risolvere la questione ed in particolare per le lavoratrici madri, gli invalidi e gli esodati.
Opzione donna e settima salvaguardia, come arrivano alla Camera
I provvedimenti di cui tanto si è parlato in questi ultimi mesi, opzione donna e settima salvaguardia, sono rimasti fermi a quanto inserito in Stabilità.
Il Senato e la Commissione Bilancio non hanno preso in considerazione nessuno degli emendamenti che miravano a correggere alcune parti di questi interventi. Hanno congelato questi emendamenti e li hanno rimandati alla discussione di Montecitorio. Sembra esserci già una intesa di massima per estendere il beneficio di opzione donna a tuttele nate nel 1958, senza discriminare le nate nell’ultimo trimestre che sarebbero tagliate fuori per via dei tre mesi di adeguamento alla speranza di vita.
Si aprirà poi la fase di monitoraggio dei fondi stanziati per verificare la portata economica del provvedimento e stabilire quante delle 36mila donne interessate, accetteranno decurtazioni di pensione pur di uscire in anticipo.
Stesso discorso anche per gli esodati e per la loro salvaguardia. Sembra in dirittura di arrivo l’ampliamento della salvaguardia anche per gli stagionali e gli agricoli, rimasti fuori in prima battuta. Si proverà anche ad estendere di un anno il provvedimento per i lavoratori in mobilità e per gli edili e sembra ormai fatta per coloro che nel 2011 avevano usufruito del beneficio della legge 104 per assistere un familiare disabile che non sia un figlio.